La Voenno-morskoj Flot, la flotta navale della Russia, va verso un’operazione di rinnovamento e ampliamento. Saranno 22 le nuove navi che verranno schierate entro la fine del 2020.
La nuova frontiera che torna a bollire nelle gerarchie mondiali si trova a pelo d’acqua. E mentre Cina e Stati Uniti se le danno di santa ragione, attraverso dichiarazioni ufficiali e sanzioni a destra e a manca, il terzo incomodo non tarda ad arrivare. Stiamo parlando della Russia, la cui flotta marittima subirà a breve una nuova e improvvisa accelerata sul piano dei miglioramenti. La Voenno-morskoj Flot, infatti, è una delle nuove armi che la Russia sta cercando di sfruttare. Anche perchè la questione internazionale si è fatta più intensa e complicata da gestire.
E il luogo in cui la contesa potrebbe essere risolta è la frontiera che si trova nei pressi della costa occidentale dell’Oceano Pacifico. Qui, spesso e volentieri, la Cina e gli Stati Uniti si ritrovano per piccole ma significative rese dei conti. Ed è in questo contesto che si cala l’opera di miglioramento della flotta navale russa. Si parla di 22 navi che verranno schierate nel “campo di battaglia” entro la fine dell’anno in corso. Il tutto nonostante una serie di difficoltà e limitazioni che la Russia dovrà fronteggiare, al di là delle conseguenze dell’epidemia di Coronavirus.
La Russia si ritrova dunque a dover guardare nuovamente ad est. Cioè a quel confine che non è fisico ma è al tempo stesso fondamentale da difendere, visto che, sulle coste del Pacifico, la Cina non sembra voler stare a guardare. Per questo motivo, in una zona in cui vanno a confluire interessi economici e geopolitici anche di Giappone, Corea del Nord e Stati Uniti, la flotta russa non può restare a guardare. Anche perchè da quelle acque passa quella “Rotta Nord” in cui proprio gli Stati Uniti hanno piazzato una delle nuove basi strategiche.
Dunque il Governo guidato da Vladimir Putin torna a puntare sulle navi per tornare a dire la sua. Anche perchè la flotta marittima, dopo essere stata scavalcata da quella a stelle e strisce, è stata recentemente messa sotto anche dalla PLA Navy, la flotta cinese. Per questo motivo è necessaria quell’opera di ammodernamento e ampliamento di cui sopra. Attualmente la Russia può contare su 78 unità navali (58 di superficie e 20 sottomarini) gestite da 30mila uomini guidati dall’ammiraglio Sergei Iosifovich Avakyants. Un numero buono ma non sufficiente per tornare a far sentire il proprio peso.
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Una flotta che, soprattutto negli anni della Guerra Fredda, ha potuto puntare su una unità sottomarina che non ha eguali al mondo. Sottomarini, missili intercontinentali e bombardieri strategici rappresentano infatti il meglio nel novero della Voenno-morskoj Flot. Si ripartirà da qui, da una delle più potenti armi subacque al mondo, praticamente alla pari con quella a disposizione degli Stati Uniti. Il tutto per una guerra che non è violenta ma di pura supremazia. Una guerra che, almeno stavolta, la Russia non può permettersi di perdere.
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