Terza giornata di vertice europeo, nuovi scontri e nuove trattative. Fonti italiane hanno fatto sapere che ci sarebbero stati “passi avanti nel negoziato”.
La terza giornata di vertice europeo è iniziata in serata, alle 19.30, durante la cena dei leader. Nuove trattative ma soprattutto nuove accuse: Vicktor Orbán, in mattinata ha duramente attaccatto il leader dell’Olanda, Mark Rutte: “Se l’intesa non si fa – le parole di Orbán – è colpa sua. È il responsabile di tutto il caos di ieri”. E il premier Conte ha a sua volta dichiarato: “Se i mercati Ue crolleranno, Rutte ne risponderà”.
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Prosegue il braccio di ferro tra i leader. Il presidente del consiglio europeo, Michel, ha dichiarato: “C’è la possibilità di raggiungere l’accordo” ed è stato messo sul tavolo, da parte dei Paesi “frugali”, un’offerta finale di 350 miliardi di sovvenzioni per il Recovery Fund, da raddoppiare con un pari ammontare di prestiti. Hanno anche chiesto un importo per i “rebate” (i meccanismi di rimborso sul bilancio Ue) pari a 25 miliardi, che corrisponde alla dotazione del Green deal. Il presidente del Consiglio europeo Michel aveva proposto 400 miliardi di aiuti a fondo perduto, una soluzione sulla governance, 350 di prestiti, dei rebate cospicui e compensazioni per l’agricoltura all’Austria e parametri di allocazione dinamici (70%-30%), oltre ad una soluzione per lo stato di diritto.
Gli altri paesi non sembrano disposti ad accettare la proposta dei frugali, poiché ben al di sotto dei 400 miliardi di limite minimo che si sarebbero imposti. I leader degli altri 22 Paesi, tra cui l’Italia, attaccano Danimarca, Austria, Svezia, Paesi Bassi e Finlandia: “La situazione è grave. Non si può sempre chiedere di più”.
Il presidente del Consiglio Ue ha osservato: “I 27 leader responsabili nei confronti dei popoli d’Europa sono in grado di costruire unità e fiducia nell’Europa? Oppure, attraverso uno strappo, presenteremo il volto di un’Europa debole, minata dalla sfiducia?”. Ed ha poi chiarito, durante la riunione plenaria: “Durante i negoziati, ho ascoltato tutti, mostrato il massimo rispetto. Continuerò a lottare per un accordo, con lo stesso rispetto”.
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Il tweet di Giuseppe Conte: “Da una parte – ha fatto sapere il premier italiano – la stragrande maggioranza dei Paesi, compresi i più grandi Germania, Francia, Spagna, Italia, che difendono le istituzioni europee e il progetto europeo. Dall’altra, pochi Paesi, detti ‘frugali'”.
Secondo quanto dichiarato da fonti italiane, Conte avrebbe rivolto un duro attacco contro Rutte. “Vi state illudendo che la partita non vi riguardi o vi riguarda solo in parte. In realtà se lasciamo che il mercato unico venga distrutto tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso una adeguata ed efficace reazione europea”, avrebbe detto Conte.
Viktor Orbán, leader ungherese, ha rivolto delle accuse a Mark Rutte. Ha dichiarato che il collega olandese lo odierebbe personalmente e che vorrebbe così punire il suo paese. “Non so per quale motivo personale il premier olandese odi me o l’Ungheria”, ha osservato Orbán. “Ci sta attaccando duramente e ha fatto capire che visto che, a suo avviso, l’Ungheria non rispetta lo Stato di diritto deve essere punita finanziariamente”, ha aggiunto, “ma questa è la sua personale opinione e non è accettabile perché ancora sulla situazione dello Stato di diritto in Ungheria non c’è una decisione” riferendosi alla procedura Ue avviata contro Budapest, in base all’articolo 7. “Prendete una decisione sull’Ungheria il prima possibile”, ha continuato Orbán, assicurando di essere pronto a fare riforme.
Le riunioni sono andate avanti per tutto il pomeriggio, prima della sessione plenaria, iniziata poco dopo le 19.30, dopo vari rinvii. Charles Michel, il presidente del Consiglio europeo, ha lavorato senza sosta per trovare una mediazione sulla dotazione di sovvenzioni del Recovery Fund. Come obiettivo porre una cifra che non vada sotto i 400 miliardi di euro.
Macron è stato il primo che aveva dato segnali di ottimismo. “E’ ancora possibile trovare un buon compresso” sull Mff 2021-2027 e su Next Generation Ue. Ma aveva aggiunto “non si farà a spese dell’ambizione europea, non per il principio, ma perché siamo davanti ad una crisi inedita sul piano sanitario, economico e sociale. I nostri Paesi ne hanno bisogno e ne ha bisogno l’Europa”.
Di diverso avviso la Merkel: È “ancora possibile” che non vi sia “alcun accordo”, ha ammesso Angela Merkel. “C’è molta buona volontà ma anche molte posizioni diverse, farò ogni sforzo ma è ancora possibile che oggi non si possano ottenere risultati”.
La mattinata era iniziata negli uffici della delegazione tedesca al Consiglio europeo per un incontro tra la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier italiano Giuseppe Conte, il presidente francese, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
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Sul tema dello “stato di diritto che è quello della condizionalità” tra i leader Ue, aveva precisato ancora Macron, ieri c’è stato un “ampio consenso nel dire che non dobbiamo arrenderci, perché è al centro dei principi e dei valori europei”.
“Un accordo è possibile, ma ci sono tante cose ancora da sistemare”, è stata la dichiarazione del premier olandese Mark Rutte e di quello ungherese, Viktor Orbàn. “Non possiamo concordare una clausola molto generale sullo stato di diritto, restano divergenze fra frugali ‘avarì e sud”, la dichiarazione del premier polacco Mateusz Morawiecki.
“Non possiamo permetterci di apparire divisi”, ha avvertito il premier greco Kyriakos Mitsotakis. “Un no deal sarebbe un brutto segnale per l’Europa” ha sottolineato il premier portoghese Antonio Costa. “Possibile che ci sia una pausa lunga” ha spiegato il leader sloveno, Janez Jansa. “Spero in un compromesso che ci faccia progredire”, le parole del primo ministro bulgaro Boyko Borisov.
“Il premier Conte, il ministro Amendola e tutti i nostri negoziatori stanno tenendo alto l’interesse nazionale, in una fase difficile che coincide con l’interesse europeo – è l’incoraggiamento che dall’Italia arriva dal ministro del Sud Giuseppe Provenzano – sono ore complicate, io mando solo il mio incoraggiamento, questo può essere un momento di vera svolta per l’Italia”.
“È l’ora della svolta. La Ue dell’unanimità e dei veti non può reggere il passo dei tempi e non può fronteggiare la gravità della crisi Covid” è l’auspicio del capodelegazione del Pd al governo, il ministro della Cultura Dario Franceschini.
“Forza Italia sostiene il Paese e Conte che in Europa, affrontando una difficile partita”, dice la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Maria Stella Gelmini, e il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, avverte: “Quella di Conte è una battaglia per tutti gli italiani e per il futuro del Paese”.
“Conte debole accetti cogestione con Bruxelles” è l’invito che il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, rivolge al premier.
Il M5S su Facebook “Nella partita per il presente e il futuro dell’Europa è ormai evidente che ci sono due fronti, due visioni. Il Movimento 5 Stelle è schierato con chi non si arrende agli egoismi privi di respiro e difende il progetto di una grande comunità”
“Le dichiarazioni di Orbán, che schiera l’Ungheria dalla parte dell’Italia nella disputa con l’Olanda sulla governance che regolerà i finanziamenti europei, fanno crollare il castello di ipocrisia della sinistra” le parole di Carlo Fidanza capodelegazione di FdI al Parlamento Europeo “L’accordo va concluso con o senza Olanda” ha tagliato corto la senatrice di Leu Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.
E la presidente della Bce, Christine Lagarde, in un’intervista alla Reuters ha detto: “Spero che i leader siano d’accordo su qualcosa di ambizioso piuttosto che veloce. “Idealmente, l’accordo dei leader dovrebbe essere ambizioso in termini di dimensioni e composizione del pacchetto, in linea di massima con quanto proposto dalla Commissione”.
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