Dalla rivista britannica Lancet arrivano dei risultati incoraggianti, in merito al vaccino contro il coronavirus: le dosi prodotte da un team cinese sono risultate sicure e hanno indotto anticorpi contro il SarsCov2.
Non solo da Oxoford: ottimi risultati in merito alla sperimentazione del vaccino contro il SarsCov2 sono stati ottenuti anche da un gruppo di ricercatori in Cina. Il risultati dello studio sono stati già pubblicati sulla rivista britannica Lancet, e dimostrerebbero come le dosi prodotte fino a questo momento siano sicure e inducano a una risposta
immunitaria efficiente.
Il vaccino è stato testato in una sperimentazione clinica di fase 2 su oltre 500 pazienti, e sarebbe basato su un comune virus del raffreddore umano (un adenovirus attenuato e di conseguenza innocuo), che va ad agire sulla proteina Spike del virus SarsCov2. Sarebbero già in corso, in oltre, le operazioni per la fase 3 di sperimentazione sull’uomo.
Secondo quanto si apprende dalle fonti, il vaccino sarebbe stato concepito in maniera molto simile a quello sviluppato dal team di Oxford, e quindi composto da un virus del
comune raffreddore umano (un adenovirus) che fa da vettore del gene della proteina Spike del SARS-CoV-2 (molecola dell’involucro esterno del coronavirus).
A spiegare i risultati ottenuti e pubblicati su Lancet è stato il coordinatore Feng-Cai Zhu, del Jiangsu Provincial Center for Disease Control and Prevention. “Il trial di fase 2 aggiunge ulteriori prove su sicurezza e immunogenicità del vaccino in un ampio gruppo di individui. Si tratta di un passo importante e i trial di fase III sono già in corso”, ha dichiarato l’esperto.
Ai test delle dosi hanno preso parte 508 pazienti, suddivisi in tre fasce d’età (18-44 anni, 45-54 anni, e over 55). Di questi, 253 hanno ricevuto una dose elevata, 129 una dose bassa mentre gli altri 126 una dose placebo. I partecipanti sono stati seguiti fino a 28 giorni dopo la vaccinazione, e dai dati ottenuti è stato dimostrato che il 95% (241/253) del gruppo che ha preso il dosaggio alto, così come anche il 91% (118/129) di coloro che hanno ricevuto una dose bassa, presentava sia cellule T che anticorpi.
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Dopo 28 giorni dalla somministrazione, dunque, il vaccino ha indotto nei pazienti una produzione di cellule T. Una risposta anticorpale neutralizzante contro il SARS-Cov-2 vivo si è ottenuta nel 59% (148/253) e nel 47% (61/129) dei casi, mentre gli anticorpi specifici contro la proteina spike sono stati rilevati nel 96% (244/253) e nel 97% (125/129) dei partecipanti rispettivamente vaccinati con dose alta e bassa di vaccino.
Si tratta di risultati molto incoraggianti, ma saranno comunque necessarie ulteriori ricerche per appurare quanto a lungo potrà perdurare la risposta immunitaria indotta dal vaccino.
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