Padrino e madrina addio: la rivoluzione del vescovo

Il vescovo di Sulmona ha cancellato le figure del padrino e della madrina per battesimo e comunione. “La scelta delle figure è compiuta spesso per motivi di parentela o amicizia, che poco hanno a che fare con lo specifico ruolo che dovrebbero svolgere”, ha detto.
Una decisione destinata a far discutere, ma dalle motivazioni tutto sommato comprensibili. E a prenderla è stato, in un certo senso, un diretto interessato. Stiamo parlando di Michele Fusco, che di mestiere fa il vescovo dl Sulmona-Valva. Il prelato ha fatto sapere di aver bandito dalla sua chiesa il ruolo del padrino e della madrina. Una decisione che vale sia per il battesimo che per la cresima, ovvero i due sacramenti che prevedono queste figure. Dunque nella chiesa della città abruzzese, non sarà più necessario affiancare i soggetti che li riceveranno.
Si tratta di un decreto “ad experimentum” da parte del vescovo di Sulmona. La spiegazione è stata fornita attraverso una lunga nota ufficiale, in cui si svela che “la Chiesa è chiamata sempre a confrontarsi con il mutare dei contesti socio-culturali in cui è inserita e a considerare il continuo cambiamento che tali contesti portano in sé”. Partendo da queste basi, il vescovo Fusco ha detto che si è giunto alla decisione dopo “un percorso di confronto e dialogo, condiviso con i sacerdoti, i catechisti e i laici impegnati nelle comunità parrocchiali”.

“Molti padrini e madrine non hanno consapevolezza del ruolo a cui sono chiamati – prosegue il vescovo di Sulmona – . Le figure del padrino e della madrina sono, secondo il vescovo, spesso scelte con criteri e finalità diverse (parentela, amicizia, interesse), senza considerare lo specifico ruolo che il padrino o la madrina è chiamato a svolgere ovvero trasmettere la fede che deve vivere in prima persona per poi poterla testimoniare”. Da qui la decisione di porre fine alla presenza di queste due figure, al fianco del battezzato e del cresimato.
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Inoltre, nel decreto che svela l’addio a padrino e madrina, il vescovo spiega che “le situazioni familiari complesse di tante persone proposte per assolvere questo compito rendono la questione ancor più delicata”. Dunque non è più obbligatorio, al momento del battesimo o la cresima di un soggetto, indicare le due figure. Queste possono però essere ancora previste, precisando però una “vita conforme alla fede” da parte delle persone indicate. Un principio ribadito anche in una nota della Cei datata 2003. E poi c’è l’ultima stoccata: “Molti padrini e madrine, pur essendo brave persone, non hanno però piena consapevolezza del ruolo a cui sono chiamati”.