Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha presentato sabato mattina ai leader Ue una nuova proposta di compromesso sul fronte aiuti. L’Olanda sorride: “Giusta direzione”. La nuova strada accontenterebbe i paesi ‘frugali’
La proposta è arrivata direttamente dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel: sabato mattina ha presentato un compromesso nel vertice Ue che, nella fattispecie, riduce di 50 miliardi di euro le sovvenzioni a fondo perduto e aumenta della stessa cifra i prestiti nell’ambito del Recovery Fund. La dimensione complessiva del fondo rimarrebbe così a 750 miliardi di euro, ma il livello delle sovvenzioni sarebbe ridotto a 450 miliardi di euro (dai 500 miliardi proposti precedentemente), cedendo parzialmente alle richieste di Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia, i cosiddetti paesi “frugali”, mentre i prestiti diventerebbero 300 miliardi. Una strada che avrebbe soddisfatto almeno in parte i paesi che si erano opposti alle primissime proposte. Sul tavolo del Consiglio europeo c’è poi il pacchetto di aiuti economici per i Paesi più colpiti dalla crisi scatenata dal Covid (750 miliardi tra aiuti e prestiti) più il prossimo bilancio dell’Ue 2021-2027 da 1.074 miliardi.
Un vertice ristretto a sette ha preceduto l’inizio della seconda giornata di lavori del Consiglio europeo. Obiettivo sbloccare un negoziato in stallo e trovare la quadra. Hanno partecipato la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron, il premier italiano Giuseppe Conte, il premier spagnolo Pedro Sanchez e il primo ministro olandese Mark Rutte, che venerdì ha bloccato ogni forma di avanzamento sulla governance del Recovery Fund. Quest’ultimo aveva chiesto l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio (cioè gli Stati membri) dei piani di riforma nazionali. Con i cinque leader Ue anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Conte sarebbe contrariato, ma dall’Italia nessun blocco alla proposta
Il cambio in corsa costringerebbe anche l’Italia a rivedere (al ribasso) i propri piani. Per accontentare i paesi frugali, sarà necessaria una rivisitazione di circa 50 miliardi sul fronte aiuti. Durante il proprio intervento nel dibattito in plenaria il premier Conte è stato “molto duro”, riferiscono fonti italiane, “in particolare con i Paesi che vogliono riservarsi un veto sull’attuazione del budget che è inaccettabile giuridicamente e politicamente perché altera l’assetto istituzionale europeo”. L’Italia tuttavia – pur mostrandosi critica con il nuovo assetto studiato sul fondo perduto – non ha al momento l’intenzione di respingere la proposta presentata da Michel.
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Dove avverrà la sforbiciata agli aiuti? I 50 miliardi tolti dall’ammontare dei prestiti a fondo perduto sono stati ricavati sottraendoli ad altri programmi europei. Si annoverano ad esempio quello per la ricerca Horizon Europe cui sarebbero destinati 11,5 miliardi, con un taglio di circa 2 miliardi. Quello per la sanità verrebbe ridotto di 2,7 miliardi, mentre i finanziamenti per lo sviluppo rurale vedrebbero tagliati di 5 miliardi. Non sarebbero più a disposizione infine i 26 miliardi previsti inizialmente per supportare la solvibilità delle imprese. Qui si gioca la battaglia, ancora in corso.