Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa tenutasi Palermo, il regista Franco Maresco ha svelato alcune problematiche legate al suo La mafia non è più quella di una volta, mai riconosciuto ufficialmente da Rai Cinema.
Franco Maresco si rivolge direttamente a Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, chiedendo che l’azienda da lui diretta torni a riconoscere il film La mafia non è più quella di una volta, “rinnegato” perché considerato offensivo nei confronti della figura del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Presenti alla conferenza anche la celebre fotografa Letizia Battaglia, protagonista del film e “controcanto” rispetto alle incursioni ciniche di Maresco, e Antonio Ingroia, in qualità di avvocato del regista.
L’appello di Franco Maresco
“Il film è stato censurato, perché Rai Cinema, togliendo il logo e disconoscendo il film e non facendo nessun passaggio televisivo, ha danneggiato la visibilità dell’opera”. Così Franco Maresco si scaglia contro l’amministratore delegato Paolo Del Brocco, “più realista del re” nel prendere la decisione di disconoscere il film nonostante il Quirinale non abbia mai fatto trapelare insofferenza rispetto al passaggio incriminato del film in cui si chiede conto a Mattarella del “silenzio” dopo la sentenza di primo grado sul processo Trattativa e lo si cita all’interno di un racconto (ovviamente non verificabile e non credibile) del protagonista Ciccio Mira. “Devo molto alla Rai, faccio questo mestiere da trentacinque anni. E se penso a cosa è successo in questi mesi e ripenso a quello che facevamo in passato in Rai, quando andava in onda la striscia di Cinico TV e alla libertà che avevamo, non c’è paragone”, prosegue Maresco. “Questa Rai non ha niente a che vedere con quella. Questa Rai è una Rai che si permette di censurare”.
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La presentazione a Venezia
La mafia non è più quella di una volta è stato presentato lo scorso settembre in concorso alla 76esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove ha vinto il Premio Speciale della Giuria. Ma a quanto pare i problemi, anche in quel caso, non mancarono. Dopo che il film fu selezionato, il direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera, molto dispiaciuto telefonò a Maresco per dirgli: “Franco, mi dispiace, ma dobbiamo sospendere il film, per problemi dall’alto”. Per “problemi dall’alto”, Barbera intendeva Paolo Baratta, allora presidente della Biennale. “Dopo aver effettuato alcuni tagli, Barbera, con cui esiste una stima reciproca da trent’anni, mi chiamò per ringraziarmi e per dire che il film poteva passare”. Stando alle parole di Maresco, il direttore artistico della Mostra arrivò persino a “minacciare privatamente le dimissioni” se il film fosse stato ritirato.
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Il film
Proseguendo un percorso trentennale, Franco Maresco, con La mafia non è più quella di una volta, restituisce profondità alle figure squallide e meschine delle periferie palermitane attraverso il mezzo cinematografico, utilizzando le inquadrature di Dziga Vertov e illuminandole con la fotografia dei grandi film hollywoodiani anni ‘50 (quelli in bianco e nero di Joseph MacDonald). I discorsi pronunciati dagli improbabili impresari del film, impegnati nell’organizzazione di un concerto di neomelodici in onore di Falcone e Borsellino, non sono più ridicoli di quelli pronunciati sui palchi delle manifestazioni “ufficiali”, in cui si parla dell’omicidio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino come di una “scomparsa” (lo stesso fa Mira, utilizzando la perifrasi “chiamati da Dio” per non parlare esplicitamente dell’uccisione). Anche per questo La mafia non è più quella di una volta, smitizzando Cosa Nostra, si pone come uno dei pochissimi film realmente e radicalmente “antimafia”. Una presa di posizione politica che passa anche attraverso delle precise scelte estetiche. Il film di Maresco sarà visibile in streaming, da domani e per un mese, sulla piattaforma Miocinema.