Il coronavirus ha bloccato tutto ma non è riuscito a fermare la violenza degli uomini, anzi. Il numero di donne uccise è salito da 56 a 59 nei primi sei mesi dell’anno e l’aumento dei casi totali sugli omicidi è passato dal 35% al 45%.
Non è riuscito a fermarli neppure coronavirus. Gli uomini che odiano le donne, hanno continuato a colpire mentre il mondo si fermava e con lui anche tutti gli altri reati, tutti tranne questi. Un report del Servizio analisi criminale interforze, un organismo che mette insieme i dati provenienti dalla polizia e dai carabinieri, dalla finanza e dalle guardie penitenziarie, dimostra con la freddezza dei numeri quello che la cronaca ci racconta tutti i giorni: i femminicidi sono aumentati. Il totale degli omicidi volontari perpetrati nei primi sei mesi dell’anno è sceso dai 161 del 2019 a 131, ma il numero di donne uccise è addirittura salito da 56 a 59. “Il periodo del lockdown ha influito positivamente sul numero totale degli omicidi ma non sugli omicidi con vittime di sesso femminile, i cui valori oscillano in maniera indipendente dal periodo di confinamento”, spiega il report che analizza i dati dall’inizio di gennaio alla fine di giugno.
Mentre nel 2019 le vittime donne costituivano il 35% degli omicidi totali, nel 2020 l’incidenza delle stesse si attesta al 45%, con un 10% netto in più. E’ all’interno della famiglia che la violenza esplode, ed è qui che le vittime sono in gran parte donne. In aumento, spiega il report, anche il numero degli omicidi commessi da partner o ex partner, che passano da 32 a 36. Un incremento ancora più alto in Italia, nel mese di giugno. Probabilmente l’effetto della fine del lockdown ha portato ad un netto peggioramento in questo senso.
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“Ci aspettavamo questi numeri purtroppo – dice il direttore del Servizio analisi criminale, Stefano Delfini – nonostante tutte le misure messe in campo. Nonostante il numero apposito “1522” e tutte le misure messe in atto per aiutare le donne ad uscirne anche durante il lockdown i numeri parlano chiaro. “I maltrattamenti aumentano ad aprile (1.453) e a maggio (1.697), superando di poco il mese di gennaio (1.663); diminuiscono a giugno (1.555), attestandosi su valori simili a quelli di febbraio dello stesso anno (1.565); anche per gli atti persecutori si registra un picco a maggio (1.168) e un’inflessione a giugno (1.060)”. Le violenze sessuali sono aumentate sia a maggio che a giugno. Sebbene tutti i reati siano diminuiti, i femminicidi no. Continua a restare accesa la scia rossa del pericolo.
In aumento nel mese di maggio i maltrattamenti in familiari e le violenze sessuali che hanno raggiunto un picco nel mese di giugno. Restano comunque inferiori ai valori di gennaio e febbraio 2020; minaccia, lesione personale e percosse registrano un’importante flessione durante il periodo del lockdown, aumentando anch’essi nei mesi di maggio e giugno. Il report sottolinea che le vittime di sesso femminile sono aumentate vertiginosamente, come è aumentata l’incidenza delle donne tra le vittime anche in ambito familiare o affettivo, in particolare la maggior parte delle violenze sono consumate da partner o ex partner.
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