Dubbi, sospetti e divisioni interne. Clima teso all’interno dell’Ordine di Malta. Sono tre anni che l’Ordine va avanti in queste condizioni, tra dissidi ed incertezze.
L’allarme è in tutto il pianeta. Ci sono sospetti perfino in merito alla data di morte del Gran Maestro Fra’ Giacomo Dalla Torre. L’Ordine di Malta è immerso in questo clima caotico da più di tre anni, da quando Francesco, nel gennaio 2017, pretese le dimissioni del precedente Gran Maestro, Fra’ Matthew Festing a seguito di uno scontro interno. All’epoca il fatto venne visto come il primo esempio di fronte nazionalistico contro il Papa, deciso a riformare l’ordine religioso cavalleresco fondato a Gerusalemme nel XI secolo.
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Ora la situazione sembrerebbe in netto miglioramento, il ‘chiacchiericcio’ generale si va chiarendo. Entro tre mesi dalla morte del Gran Maestro, quindi entro fine mese, verrà dato l’annuncio della data di convocazione del “Consiglio Compito di Stato” che dai vertici della Santa Sede, spiegano “si riunirà a novembre”, per eleggere il nuovo Gran Maestro a vita, o un “luogotenente del Gran Maestro” per un anno. Quest’ultima soluzione sembrerebbe la più probabile.
Sul piatto c’è anche la convocazione del “Capitolo generale straordinario” dell’Ordine. Il Papa aveva infatti chiesto un «aggiornamento della Carta Costituzionale e dello Statuto melitense». Il Capitolo, che era stato convocato per novembre, ora dovrà slittare per favorire l’elezione del capo dell’Ordine. Ed è questa la ragione per cui si pensa sia più probabile l’elezione di un “luogotenente del Gran Maestro”, un provvisorio: così che il nuovo Gran Maestro venga eletto solo dopo l’approvazione della nuova Costituzione, considerato che tra le ipotesi di riforma c’è la proposta di un governo più “collegiale”.
Il diverbio in merito alle date — prima l’elezione del Gran Maestro o il Capitolo per approvare le riforme? — ha fatto da padrone nelle ultime settimane. L’Ordine di Malta aveva dovuto chiarire che il Gran Maestro Fra’ Giacomo Dalla Torre, un galantuomo eletto come figura di garanzia dopo la crisi del 2017 e da tempo malato di tumore, era morto nella notte del 29 aprile «alle ore 00:08, come risulta dal certificato dei medici redatto dai medici curanti», questo perché tra le file dell’Ordine c’era chi sospettava fosse morto il giorno prima: e che fosse quindi “post mortem” la convocazione a novembre del Capitolo per le riforme, comunicata proprio il 28 aprile, barando quindi per accelerare il cambiamento. I vertici dell’Ordine avevano ribattuto che si trattava di un’accusa «infondata e infangante» Del resto c’è chi parla di una firma a poche ore della morte.
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Questi fatti, spiegano perfettamente il clima all’interno dell’Ordine, che è formato da 13.500 iscritti, con missioni nel mondo, un migliaio di ospedali, un bilancio di quasi due miliardi. Una crisi che ebbe inizio nel dicembre 2016 quando Festing destituì il Gran Cancelliere tedesco, Albrecht von Boeselager, accusandolo di aver permesso la distribuzione di preservativi in Africa e nel Myanmar. Accuse che vennero respinte, senza però annullare le tensioni. Alcune associazioni americane avevano scritto al cardinale Angelo Becciu, delegato speciale del Papa, temendo che le riforme fossero approvate prima dell’elezione del Gran Maestro.
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