Negli Usa, a Harrisonville, Missouri, 400 liceali hanno partecipato a un gigantesco party in occasione della festa dell’Indipendenza, il 4 luglio. Dopo una settimana, il picco di contagi di coronavirus: 21 le persone infette.
Erano in 400 in quel party del 4 luglio, in occasione della feste dell’Indipendenza, durante il quale 21 liceali hanno contratto il coronavirus. E’ quanto avvenuto a Harrisonville, in Missouri. La festa in questione potrebbe aver innescato nuovi contagi a catena, sui quali resta massima l’attenzione. All’interno del party, infatti, le misure anti-Covid sarebbero state quasi nulle. Stando a quanto riportato da uno degli organizzatori, il coronavirus sembrava un problema lontano: “E’ arrivata un sacco di gente, ma ci siamo detti: non succederà certo a noi“. Al momento, quindi, il numero dei positivi si attesterebbe a 21, ma non è escluso che aumenti ancora. Inoltre, a complicare la procedura di tracciamento, anche l’assenza di una lista di partecipanti, una mancanza che potrebbe ostacolare o comunque rallentare l’applicazione della quarantena. A questo punto, la tecnica adottata per gestire il probabile focolaio è quella di far appello al senso civico di ogni partecipante alla festa, invitato ad adottare un isolamento volontario, anche per proteggere i propri familiari da eventuali rischi.
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Qualche giorno dopo la festa, infatti, Cole Wood avrebbe spiegato alla stampa locale: “Due o tre amici sono venuti da me insieme dicendo qualcosa tipo ‘hey, io sono malato, io anche, è strano’. Così abbiamo iniziato a fare due più due, e il risultato è che forse abbiamo sbagliato”. Come ribadito da Andrew Warlen, direttore del dipartimento della Salute della contea, il vero problema potrebbe non essere legato ai liceali, in qualche modo meno esposti ai rischi del Covid: “Per quanto riguarda i liceali che hanno partecipato al party non ho dubbi che la maggior parte di loro avrà sintomi lievi o addirittura assenti. Ma il vero problema è che potrebbero comunque contagiare i loro genitori e i loro nonni, ma anche i loro insegnanti. In questo momento il messaggio che deve passare è che, anche se andiamo verso la riapertura delle attività, non siamo ancora tornati alla normalità. Evitare di ammassarsi è ancora una buona idea”.