Si lavora per un vaccino che consenta anche di distinguere i malanni di stagione dal Covid-19 al momento della diagnosi. L’Emilia Romagna aumenta le dosi, il Lazio pensa a una linea impositiva.
Riprende la corsa contro il tempo per assicurarsi il vaccino. Anche se questa volta si può tranquillamente parlare di una doppia corsa, viste le ultime novità in arrivo dal mondo farmaceutico. Proprio così, perchè la ricerca non si sta occupando solo del farmaco che servirà a prevenire il Sars-CoV-2 che tanti danni ha causato in tutto il mondo. È in corso, infatti, la ricerca di un secondo vaccino, un vero e proprio antinfluenzale in piena regola che però avrà un’altra funzione. Si occuperà di far sì che le due malattie infettive possano entrare in contatto, sovrapporsi e confondere la diagnosi sull’ammalato.
Un rimedio che servirà soprattutto a far gestire i casi influenzali, che saranno tanti durante l’autunno e l’inverno prossimi, alle autorità sanitarie. Considerando i sintomi dell’influenza stagionale e quelli del nuovo Coronavirus, infatti, è assai forte il rischio che le due malattie infettive possano confondersi. Per questo motivo la Commissione europea fra le strategie per gli Stati membri ha deciso di allarcare e anticipare la campagna vaccinale nel Vecchio Continente. L’obiettivo congiunto è anche quello di allargare le fasce di popolazione da immunizzare dal Covid.
Il problema principale, però, consiste nel fatto che le industre farmaceutiche hanno già fatto capire che non tutti i cittadini europei saranno coperti dal vaccino anti-Covid. Le dosi che verranno fornite, infatti, potrebbero rivelarsi insufficienti a coprire quantomeno la maggior parte della popolazione del Vecchio Continente. Un problema che è però di vecchia data, soprattutto in Italia, visto che già negli ultimi anni c’è stata una risposta appena del 15% delle precedenti campagne vaccinali. Per questo motivo, le industrie sono state incoraggiate a raddoppiare la loro produzione.
Per quanto riguarda il vaccino contro l’influenza di stagione, i primi Paesi si stanno iniziando a muovere. Come gli Stati Uniti, in cui il primo incremento della produzione si aggira intorno al 10% (189 milioni di dosi contro le 170 dell’anno scorso). Per quanto riguarda il nostro Paese, è già stata redatta la circolare con le indicazioni da fornire alle singole regioni. Nessun obbligo, ma una pura raccomandazione a sottoporsi al vaccino, che è gratuito per le persone di età superiore ai 65 anni e con alto rischio di complicanze.
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Ma nel frattempo anche le regioni italiane si stanno muovendo. Ad esempio, in Lazio si opta per la linea impositiva, passando dalla raccomandazione alla vera e propria esortazione, specialmente per i genitori che hanno figli di età compresa tra 6 mesi e 6 anni. In Lombardia, nel frattempo, la società regionale di pediatria ha scritto al governatore Fontana per allinearsi proprio al Lazio. In Campania si punterà su una campagna di vaccinazione di massa, mentre l’Emilia Romagna dovrebbe partire a ottobre con un incremento di dosi del 20% rispetto a un anno fa.