Continuano a scendere i tassi di interesse applicati dalle banche ai mutui per la casa e anche quelli per le imprese. Secondo le rilevazioni dall’Abi — l’associazione delle banche presieduta da Antonio Patuelli —a giugno il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è l’1,26%.
Un calo costante, negli anni ed anche all’interno del contesto di questa crisi innescata dalla pandemia di coronavirus. Una crisi nella crisi, visto che i numeri raccontano di una economia entrata in difficoltà per gli effetti dello shock del 2008 e nuovamente colpita dal lockdown. Lo raccontano anche i numeri che descrivono la parabola dei tassi di interesse applicati dalle banche ai mutui: sono arrivati al punto più basso mai registrato, l’1,26%, ma il trend era, appunto, in discesa: 1,33% a maggio 2020, drasticamente meno rispetto al 5,72% di fine 2007 alla vigilia della prima crisi economica globale. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l’1,28% (1,21% il mese precedente; 5,48% a fine 2007) mentre il tasso medio sul totale dei prestiti è il 2,37% (2,40% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Per L’Abi «i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento rimangono su livelli particolarmente bassi», con in particolare i mutui che toccano un nuovo minimo storico. Calano i tassi ed aumenta il numero dei crediti concessi: nel mese di giugno 2020 i prestiti a famiglie e imprese sono aumentati del 2,8% rispetto a un anno fa (l’aumento era dell’1,6% a maggio: un incremento pari a 1.299 miliardi di euro, reso possibile anche dalle moratorie e dai prestiti garantiti dallo Stato e concessi alle imprese per l’emergenza Covid-19. Le stime dell’Abi si basano sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese. A maggio 2020, per i prestiti alle imprese si registra un aumento dell’1,9% su base annua. L’aumento è dell’1,3% per i prestiti alle famiglie.
LEGGI ANCHE -> Carpisa fa causa a Enac dopo il divieto di imbarco dei trolley
Il rapporto stima anche una crescita del 2,1% dei prestiti al settore privato a 1.438 miliardi: e riguarda non solo le banche, ma anche le assicurazioni, i fondi pensione e le altre istituzioni finanziarie. Il dato — precisa l’Abi — è calcolato includendo i prestiti cartolarizzati (e quindi non più rilevati nei bilanci bancari) e al netto delle variazioni dovute a fluttuazioni del cambio o ad aggiustamenti di valore. E al dato sull’aumento di prestiti e mutui a condizioni sempre più vantaggiose per il contraente, si affianca un altro dato: in Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a giugno 2020, di oltre 93 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (+6,1% su base annuale): una attitudine al risparmio che appare una caratteristica degli italiani. In diminuzione la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni: meno 9 miliardi di euro in valore assoluto (pari al -3,9%).