Cdm: 20 e 21 settembre al via referendum per taglio parlamentari e elezioni suppletive

Arriva l’approvazione del Consiglio dei ministri che stabilisce la data del referendum sul taglio dei parlamentari e delle elezioni suppletive per il Parlamento. 

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Al termine del Consiglio dei ministri Palazzo Chigi ha diffuso un comunicato stampa riassuntivo delle decisioni prese durante l’incontro. Sul tavolo, il referendum sul taglio dei parlamentari e le elezioni suppletive. Così si legge nel comunicato: “Il Consiglio dei ministri, ha convenuto sulle date del 20 e 21 settembre 2020 per l’indizione, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, del referendum popolare confermativo relativo all’approvazione del testo della legge costituzionale recante Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”. Poi la decisione sulle elezioni, “su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese”, riguardante “lo svolgimento delle elezioni suppletive nei collegi uninominali 03 della Regione Sardegna e 09 della Regione Veneto del Senato della Repubblica. La data delle consultazioni è stata individuata in modo da far coincidere la data del referendum confermativo e quella delle elezioni suppletive, in conformità a quanto disposto dall’articolo 1-bis del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, secondo cui per le consultazioni elettorali resta fermo il principio di concentrazione delle scadenze elettorali, in considerazione delle esigenze di contenimento della spesa e delle misure precauzionali per la tutela della salute degli elettori e dei componenti di seggio”.

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Per quanto riguarda il taglio dei parlamentari, già a fine gennaio una decisione della Corte di Cassazione aveva ammesso la proposta di referendum confermativo depositata lo scorso 10 gennaio contro il taglio dei parlamentari. A firmare la proposta erano stati 71 senatori, 7 in più rispetto ai 64 corrispondenti al minimo richiesto per presentare la proposta. L’idea alla base della proposta presentata alla Corte di Cassazione si proponeva una riduzione di un terzo dei parlamentari di Camera e Senato. Il progetto fu approvato a inizio ottobre. A favore il voto di quasi tutti i partiti. Così, la legge avrebbe potuto entrare in vigore da gennaio. A bloccarla, però, la richiesta dei senatori, fondata su una criticità di carattere procedurale: le riforme costituzionali dovrebbero godere di un iter speciale. Qualora una proposta non ottenesse la maggioranza di due terzi di voti favorevoli in entrambe le camere, dovrebbe esser sottoposta a domanda di referendum. A quel punto, una volta ottenuta la soglia minima di parlamentari firmatari della proposta di referendum, il Consiglio dei ministri decide la data del referendum, da presentare al presidente della Repubblica. E ora, nonostante qualche ritardo, l’iter sembra giunto a compimento.

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