Il governatore della Liguria non mette in dubbio le intenzioni del Governo, ma teme per il futuro. “Sento parlare di revoca da due anni, l’unico effetto è che la mia regione è stata stritolata”, tuona Toti.
Giovanni Toti irrompe su una delle scene più roventi della politica interna nel nostro Paese. Stiamo parlando ovviamente della questione relativa alla concessione della rete autostradale italiana. Si parla da diversi giorni della revoca ad Aspi e al gruppo Atlantia, specialmente dopo il caos scatenato dalla lettera in cui il ministro delle infrastrutture De Micheli ne confermava l’assegnazione per la gestione del nuovo Ponte di Genova. E proprio la Liguria, governata da Toti, è in questo momento la regione maggiormente falcidiata da questo punto di vista.
I tanti cantieri ancora in sospeso e non completati stanno mettendo in ginocchio residenti e turisti. Per questo motivo Toti, in un’intervista rilasciata per il Corriere della Sera, fa capire che non bisogna solo pensare a revocare. L’aspetto forse più importante in questa vicenda a dir poco ingarbugliata riguarda la nuova assegnataria della concessione della rete autostradale. “Vogliono cacciare i Benetton? Lo facciano pure. Però da domani voglio capire cosa succederà”, ha esordito l’ex giornalista nella sua invettiva sulla gestione del caso Atlantia.
E a proposito della revoca, Toti rincara la dose: “Ne sento parlare da due anni e per adesso l’unico dato è che hanno stritolato la mia Regione”. Anche perchè il governatore della Liguria, che a settembre potrebbe ricandidarsi alle regionali dopo la fine del primo mandato, si pone un paio di domande non di poco conto. “In caso di revoca chi gestirà la mia rete autostradale? E ancora: con quali regole?”. Due domande alle quali si aspetta di avere delle risposte certe. Specialmente in questo periodo in cui il traffico autostradale è in aumento nella sua Liguria.
“Io – prosegue l’esponente di Forza Italia durante l’intervista – sono perché un governo si prenda le sue responsabilità. E dico altresì che il colpevole del Ponte Morandi debba essere punito dalla giustizia. Però se c’è un colpevole e si chiama Aspi, c’è un ministero che non ha fatto quello che avrebbe dovuto fare”. Il problema che si pone Toti è di estrema importanza, tanto da chiedersi ancora una volta come andrebbero le cose in futuro. “Se si taglia definitivamente il rapporto con Autostrade, che cosa si farà per un ministero che non è stato in grado di controllare?”, si chiede il governatore.
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E sull’eventualità che possano partire dei ricorsi miliardari da parte di Aspi e delle sue partecipate, Toti non sembra essere particolarmente interessato. “Non conosco i contratti – svela – . Il governo dopo aver parlato con grande approssimazione abbia le idee chiare”. In ogni caso, il presidente della regione ligure sostiene che “dipenderà tutto dai contrasti politici”. Ma nel frattempo, la sua Liguria resta in coda.