Daniela Rosati, ex moglie di Adriano Galliani, racconta uno scioccante retroscena a Il Fatto Quotidiano: la donna perse un bambino a causa di un violento pestaggio.
Daniela Rosati, pioniera della medicina in tv ed ex di Adriano Galliani ora ha 62 anni e una vita completamente diversa da quella di qualche anno fa: “Ora mi dedico alla preghiera, alla carità e alla scrittura”, dice.
La donna sembra aver trovato la sua serenità nel conforto della religione, ma non dimentica alcuni episodi del suo passato decisamente inquietanti.
Come vive ora Daniela? “Vivo di quello che ho guadagnato grazie al mio lavoro e di ciò che ho avuto durante la separazione da Galliani: però, a differenza di quanto scritto da certi giornali, dal 2003 non ricevo più alcun mantenimento. Concretamente, passo le giornate pregando, vivendo la comunità e partecipando a conferenze e incontri dove vengo invitata a parlare”, spiega.
E ci tiene anche a precisare che rapporto ha con la castità: “All’inizio non ero contenta, anche perché all’epoca credevo di essere innamorata. Ma era necessario: dovevo scegliere e non è stato facile, ma nella vita tutto si può fare se si chiede aiuto a Dio. Il digiuno sessuale ora non mi pesa”.
Daniela ricorda il suo passato in Mediaset, dove viene ricordata come una berlusconiana convinta: “Il fatto che conoscessi il dottore – non ho mai nascosto l’affetto e la simpatia umana per lui – e il fatto che fossi stata sposata con Galliani creò invidie e vessazioni. Un alto dirigente arrivò persino a mettermi le mani addosso. Non lo denunciai pur avendo dei testimoni“, afferma.
Ma di questi episodi non ha mai fatto parola con Berlusconi: “No, non gli ho mai detto nulla. Più mi massacravano, più stavo zitta. Non mi piace pietire le cose e non credo che abbia mai saputo nulla”.
La Rosati aggiunge poi un racconto tremendo, la confessione di una violenza che le ha segnato profondamente anima e corpo: “Chi mi ha fatto del male e soprattutto chi ha commesso nei miei confronti delle violenze fisiche terrificanti, che mi hanno lasciato una cicatrice interna indelebile”.
Quando è accaduto? “Ero a Saint Paul de Vence con il mio compagno di allora – di cui non farò mai il nome – e scoprii di aspettare un bambino: avevo le nausee e non me la sentivo di andare in barca con gli amici, così gli dissi che sarei rimasta a casa. Lui ebbe crisi di violenza, mi prese a calci fino a farmi svenire. Rinvenni in un lago di sangue. Pulii tutto con della carta assorbente. Lo shock per la perdita del bambino fu enorme, tanto che non ricordo nulla dei giorni seguenti”.
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