E’ arrivata la conferma di Andrzej Duda alla presidenza della Polonia. La notizia arriva a Bruxelles, scatenando la delusione della frangia europeista, che aveva creduto domenica notte a una possibile vittoria del candidato Rafal Trzaskowski, filo Ue.
La speranza di parte di Bruxelles in una Polonia più europeista svanisce nella riconferma di Andrzej Duda alla presidenza. Così sparisce anche la possibilità di assistere all’elezione di Rafal Trzaskowski, l’altro candidato filo Ue che avrebbe potuto sottrarre la Polonia all’asse euroscettico, lasciando l’Ungheria da sola. Ma oltre alla delusione, sorge anche una punta di ottimismo per il futuro, visto il relativo successo ottenuto, anche senza raggiungere la vittoria, da Rafal Trzaskowski. L’immagine che ne esce fuori è di una Polonia spaccata in due, anche se ancora aggrappata all’euroscetticismo. Intanto, però, la rielezione di Duda potrebbe rinforzare l’asse Polonia-Ungheria in vista del vertice europeo di venerdì e sabato sul Recovery Plan. Tant’è che sono subito arrivate le congratulazioni da parte di Orbán per la riconferma della presidenza.
Contestualmente, l’Ungheria avrebbe portato una mozione in Parlamento riguardante il pacchetto da 750 miliardi sul tavolo a Bruxelles. L’oggetto della mozione è radicale: l’Ungheria si opporrà al pacchetto se non si procederà all’abrogazione della procedura Ue per la violazione dei diritti fondamentali nei confronti dell’Ungheria, e se il versamento dei fondi sarà soggetto a criteri riguardanti il rispetto dello stato di diritto. Un quadro in cui la riconferma di Duda potrebbe influenzare ulteriormente gli equilibri al Parlamento europeo, consolidando la frangia di destra meno moderata e simpatizzante per il sovranismo, unendosi alle frange omologhe spagnole, francesi e legate ai partiti dell’Est Europa. Tant’è che alla vittoria di Duda sono arrivate anche le congratulazioni dei partiti italiani più euroscettici. In testa Fratelli d’Italia e Lega. A chiosare la vittoria, il commento di Salvini: “Continuiamo a ritenere la Polonia un alleato affidabile e prezioso”. Fa eco Lorenzo Fontana ha aggiunto: “Siamo pronti a collaborare per la costruzione di un’Europa migliore e più giusta”. Poi la Meloni, che si schiera contro la “campagna di demonizzazione della sinistra e di Bruxelles” contro la Polonia. Insomma, si consolida il fronte di destra e la Bruxelles europeista si scinde tra preoccupazione e qualche aspettativa per il futuro. Se per ora il sovranismo sembra rinvigorito, ottenendo plausi tra i simpatizzanti, in Polonia con le ultime elezioni è scattato l’allarme, ed è diventato evidente quanto il dissenso si sia fatto più pressante, soprattutto tra giovani e nelle grandi città.
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