È uno degli attori più conosciuti e apprezzati del mondo dello spettacolo nostrano e non solo. Lo avete riconosciuto? Ecco di chi si tratta!
L’attore da bambino
Tra gli attori più amati e conosciuti, anche Alessandro Borghi ha condiviso qualche tempo fa uno scatto di lui da piccolo su Instagram. A corredo dello scatto la seguente didascalia: “Occhietto dal 1986”. Una foto che non è passata di certo inosservata, con i fan che non hanno potuto fare a meno di riempire di like e messaggi di apprezzamento la foto di lui da bambino con un bellissimo caschetto biondo.
Attore di fama internazionale, Alessandro Borghi ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo in veste di stuntman negli studi di Cinecittà, dal 2005 al 2007. Poco dopo inizia ad ottenere piccoli ruoli, facendo il suo esordio nel 2011 con il film Cinque. Quattro anni dopo raggiunge il massimo della notorietà con il film Non essere cattivo di Claudio Caligari. Sempre nello stesso anno veste i panni di Aureliano detto Numero 8, nel film Suburra di Stefano Sollima. Nel 2017 è il padrino alla 72esima edizione della mostra del Cinema di Venezia e l’attore collabora con autori noti del cinema italiano, come Sergio Castellitto e Ferzan Ozpetek.
Sulla mia pelle
Tra i film che hanno segnato la carriera dell’attore si ricorda Sulla mia pelle, presentato in anteprima mondiale alla 75esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, diretto dal regista Alessio Cremonini. Un’interpretazione che gli ha permesso di ottenere anche il premio come migliore attore ai David di Donatello nel 2019.
Con il film Sulla mia pelle Alessandro Borghi ha raccontato gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi, ricostruendo i fatti tramite atti processuali, verbali e testimonianze di parenti, persone coinvolte e conoscenti.
LEGGI ANCHE –> Diavoli | il trailer della serie con Alessandro Borghi e Patrick Dempsey
LEGGI ANCHE –> Suburra | Alessandro Borghi ai fan: “Non so nulla della terza stagione”
A proposito del film lo stesso Alessandro Borghi, nel corso di un’intervista, così come si evince dal sito Deejay.it, ha rivelato: “Sono della vergine, sono un rompi palle: se dico che questa sceneggiatura è perfetta non lo dico per dire. Me lo sentirete dire forse solo un’altra volta. Credo di essermi fatto un regalo con questo film”: Per poi aggiungere: “Ho deciso di fare il film perché sapevo che ci avrebbe dato la possibilità di far riflettere le persone. L’ho fatto per tutti quei leoni da tastiera, forse uno dei problemi più gravi del nostro paese, che magari in faccia ti dicono: prima guardo il film poi giudico. Invece, da dietro una scrivania, scrivono: era un drogato di merda, meno male che è morto”.