Saranno delle strutture vigilate per evitare disordini. Vertice europeo a Trieste con i ministri dei Paesi africani.
Nelle prossime ore, il governo requisirà un traghetto, come già avvenuto per la Moby Zazà, che si trova a Porto Empedocle. Sta anche individuando strutture militari dove gli stranieri dovranno trascorrere la quarantena. Metterà inoltre a disposizione della Regione Calabria un immobile gestito dall’agenzia dei beni confiscati proprio per fare fronte all’emergenza di queste ore. I positivi al tampone verranno invece isolati dagli altri e sottoposti a costanti controlli sanitari. Intorno a queste strutture saranno effettuati servizi di vigilanza per impedire ingressi di estranei e fermare eventuali proteste.
La collaborazione della Ue
Un vero e proprio cordone anche per evitare che il malcontento dei cittadini possa essere sfruttato da formazioni politiche proprio come già avvenuto in precedenza nelle periferie delle città quando gli stranieri ottenevano gli alloggi popolari. È il piano messo a punto per contrastare l’arrivo di migliaia di persone nella consapevolezza che gli sbarchi aumenteranno notevolmente nei prossimi giorni. E con questo anche il pericolo che giungano altre persone positive al coronavirus. Secondo i dati degli analisti, dopo il blocco dei voli da numerosi Paesi, compresi quelli africani, le organizzazioni criminali si sono già organizzate per far entrare le persone in Italia, garantendo anche il trasferimento in altri Stati europei. Per questo nel vertice internazionale in programma oggi a Trieste la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, tornerà a chiedere la collaborazione della Ue sottolineando il rischio di dover contrastare migliaia di arrivi nel corso dell’estate.
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L’aumento degli sbarchi
L’aggiornamento del Viminale è del 10 luglio, risulta che gli arrivi del 2020 siano stati 8.087 contro i 3.165 dello stesso periodo di un anno fa. Almeno 800 i migranti sbarcanti nelle ultime ore, anche in maniera autonoma, circa 80 quelli risultati infetti da Covid-19. Il timore è che in realtà siano molti di più, sfuggiti ai pattugliamenti ed in circolazione al momento. Per questa ragione è stata segnalata a questori e prefetti la necessità di intensificare i controlli sul territorio e segnalare l’identità di chi risulta giunto recentemente nel nostro Paese in modo da effettuare le verifiche e scongiurare il pericolo che si tratti di positivi.
Navi e caserme
Oltre al Moby Zazà, traghetto che è stato ancorato a Porto Empedocle e ospita gli stranieri sbarcati dalla Ocean Viking la scorsa settimana, un’ordinanza della protezione civile o del Viminale metterà a disposizione un’altra nave che sarà invece portata sulla costa orientale della Sicilia, in modo che sia reso più agevole il trasferimento di chi sbarca in Calabria. Sarà utilizzata per tenere gli stranieri in sorveglianza e curare i positivi. Altri migranti saranno invece sistemati nelle caserme e di loro si occuperà il personale della Croce Rossa. La linea del ministero dell’Interno è recuperare il maggior numero di posti disponibili per far fronte agli arrivi delle prossime settimane che certamente non saranno esigui. Nonostante il blocco dei porti, le navi dell Ong e le barche autonome continuano infatti a far rotta verso l’Italia.
Oltre 10.000 pronti a salpare
Le stime dell’intelligence parlano di almeno 10.000 migranti pronti a salpare dall’Africa. Di questo si parlerà nella riunione che si svolgerà oggi a Trieste, voluta da Lamorgese proprio per mettere a punto una strategia comune. Oltre ai rappresentanti della Ue, saranno presenti i ministri di Francia, Malta, Spagna, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco e Mauritania. Importante la presenza degli Stati Africani proprio per pianificare un progetto comune che preveda anche aiuti agli Stati di provenienza.
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Trafficanti e passeur
Saranno resi noti, dal ministro Lamorgese gli ultimi risultati dell’attività di forze dell’ordine e intelligence, concordi nell’evidenziare come «le reti criminali si siano ormai organizzate per gestire il raggruppamento dei migranti in luoghi sicuri in attesa di raggiungere siti e porti di partenza con il trasporto via mare e via terra verso le coste e le frontiere terrestri in vista dello smistamento nella località di destinazione finale che in genere sono i paesi del centro e del Nord Europa». Sono stati messi a disposizione degli Stati del nordafrica, dall’Europa, un miliardo e 200 milioni per progetti di sviluppo, ma questo non basterà a fermare le partenze. La minaccia arriva dal mare con i trafficanti che hanno ripreso a utilizzare i cosidetti «navigli a perdere», «per consentire la partenza dalle coste affidandosi a scafisti improvvisati reclutati tra gli stessi migranti». Ma anche da terra «con passeur che organizzano l’attraversamento delle frontiere italiane verso la Svizzera, la Francia e l’Austria. Autisti occasionali che si recano nei luoghi di ritrovo degli stranieri come la stazione centrale di Milano accordandosi direttamente con i migranti per portarli verso una destinazione prescelta».