La vera emergenza – ribadisce Maurizio Landini, segretario generale della Cgil – sarà sicuramente quella sociale. In autunno l’emergenza economica sarà al primo posto e le tensioni sociali non mancheranno. Ripartire non sarà facile.
Lo stato di emergenza economica sarà in autunno in Italia. Così anche Maurizio Landini condivide le preoccupazioni della ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, sul rischio dl tensioni sociali in autunno. “Lo scenario è preoccupante e allarmante, lo confermano i dati. Penso sia decisivo non aspettare che la situazione precipiti. È adesso che si devono fare le scelte strategiche“. Sarà importante dare più soldi in busta paga e tagliare i costi per le imprese. Altrimenti si rischia il collasso di molte altre aziende rispetto alle già tante cadute da marzo ad oggi. “Intanto c’è da approvare il nuovo scostamento di bilancio e il messaggio necessario è che ci siano le risorse per proteggere il lavoro, da una parte, confermando il blocco dei licenziamenti per tutto il 2020 e, dall’altra, avviare la riforma degli ammortizzatori sociali”. La lotta alla precarietà dovrà poi essere al primo posto per uscire da questa crisi. In sintesi: investire sul lavoro a 360 gradi per far ripartire l’economia.
“Si deve uscire dalla logica neoliberista che ci ha condotto a tagliare la spesa sociale, la sanità, l’istruzione, e che ha precarizzato il lavoro raccontandoci che il mercato avrebbe risolto i problemi. Quell’epoca mi pare ormai lontana”, sottolinea Landini durante l’intervista. Aggiunge poi un appello al governo, in cui ribadisce che la soluzione sarebbe intanto quella di convocare i sindacati come era stato detto durante gli Stati generali per ridisegnare il nostro Paese facendo “sistema”. L’Europa non ha mal messo a disposizione degli Stati così tante risorse. Dovranno essere usate con intelligenza, altrimenti saranno sprecate. “Dobbiamo immaginare un nuovo modello di sviluppo economico, fondato sulla sostenibilità ambientale e sul lavoro stabile e regolare, sulla centralità della formazione in tutte le fasi della vita, sull’allargamento del welfare state, sull’equità fiscale”, aggiunge Landini sulla questione dei fondi europei.
Di problemi da affrontare ce ne saranno molti: anche la riduzione dell’orari lavorativo sarà una questione. Diminuire le ore lavorative giornaliere di ogni impiegato potrebbe far aumentare vertiginosamente l’occupazione. “Bisogna lavorare per risolvere i problemi, sapendo che nel solo mese di aprile la richiesta di cassa integrazione è stata pari a quella dl tutto il 2009”. Gli strumenti su cui concentrarsi quindi saranno molti e il tempo stringerà rispetto a quello già stabilito dal governo. Gli ammortizzatori sociali serviranno per chi cerca lavoro e durante questi mesi è rimasto senza stipendio. Qualcuno sta ancora aspettando la cassa integrazione. La crisi è in tutti i settori ma per ripartire è necessario rilanciare la produzione e non tagliare la produzione, utilizzando al meglio tutti i fondi stanziati per il Paese.
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