Carlo Calenda non ci sta e critica il Governo sulle questioni più calde della politica, da Aspi al Coronavirus. Per Calenda ci vogliono decisioni più nette.
Sono tante le cose che andrebbero migliorate nel Governo secondo Carlo Calenda. Da Autostrade al Coronavirus, ecco cosa ne pensa il leader di Azione sulle questioni più calde della politica negli ultimi mesi.
La questione Autostrade
L’intervista, raccolta da Il Mattino, comincia sul tema di Autostrade per l’Italia. E volano subito critiche. “Una pantomima indegna di un Paese civile”. Così Carlo Calenda descrive il braccio di ferro tra Aspi e Governo nato dopo il crollo del ponte Morandi. “C’è un gravissimo incidente con 43 morti e il dolore delle famiglie. E si chiacchiera soltanto. Se c’è una responsabilità di Autostrade nel disastro si revoca la concessione, se non c’è si va avanti. La cosa ridicola è parlarne senza arrivare a nessuna conclusione” – afferma il leader di Azione.
Dunque per Calenda la lunga trattativa tra Esecutivo e Benetton è imperdonabile: ciò che invece auspicava il fondatore di Azione erano decisioni nette e rapide. “Se il governo – come pare – è convinto che ci sia una responsabilità di Autostrade, faccia la revoca della concessione e si assuma le sue responsabilità rispetto a una simile decisione. Altrimenti si tratta di una indegna presa in giro: basta chiacchiere” – conclude Calenda.
Leggi anche –> Di Maio: “Con Draghi incontro proficuo. Regeni e Chico Forti le mie priorità”
Coronavirus: servono decisioni nette
E di chiacchiere se ne sono sentite tante anche sul tema dell’emergenza Covid-19. Infatti Calenda, nemico delle perdite di tempo, non risparmia critiche neppure su questo fronte. In particolare si accanisce contro il tergiversare del Governo nel dichiarare un nuovo stato di emergenza. “Lo stato di emergenza si può dichiarare in 10 minuti con un decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri. Se c’è emergenza la si dichiari, altrimenti anche qui è una cosa sbagliata parlarne. Non va bene sul piano della comunicazione e non aiuta sul piano della ripresa” – afferma il leader di Azione. E ancora: “Se il premier Conte ha elementi oggettivi per prorogare lo stato di emergenza lo spieghi alla nazione. Come per il caso Autostrade c’è sempre una distanza tra le parole e i fatti concreti da mettere in campo“.
Il problema dell’Italia? Nessuno si occupa della gestione
Ma come si può evitare tutti questi litigiosi stalli in politica? Per Carlo Calenda la risposta è semplice: “facendo meno leggi, meno riforme, meno chiacchiere ideologiche passando invece le giornate a fare in modo che i processi gestionali funzionino. Il Governo per l’80% dovrebbe occuparsi di gestione, il problema dell’Italia è che nessuno gestisce“. Poi attacca: “Se si guardano i curriculum di molti politici e anche di chi ci governa si può verificare che sono pochi quelli che hanno esperienza di gestione delle cose, non hanno mai amministrato nulla“.
“In Italia siamo quelli che ripetono quali sono i problemi della gente senza mai fare nulla per risolverli, ma questo dipende anche dagli elettori”- prosegue il leader di Azione, affidando una fetta della colpa di tutti i ritardi del Governo all’elettorato. Sì, perché per Carlo Calenda gli elettori “ci hanno divisi in squadre e l’obiettivo principale è sconfiggere il nemico non raggiungere il bene comune, siamo come i criceti sulla giostra”.
Anche su una rapida uscita dell’Italia dalla crisi socio-economica causata dal Coronavirus il leader di Azione nutre diversi dubbi. “Non siamo mai stati in una situazione del genere dal 1945 – commenta – Siamo un Paese che è completamente dipendente dalla Ue che ci deve fare molto quantitative easing (iniezione di liquidità) e non va bene, si rischia di saltare“.
Calenda prosegue rivendicando il ruolo fondamentale di Azione, che può imporsi come il “centro moderato” di cui l’Italia ha bisogno per fare un po’ di chiarezza e ordine. “In un Paese serio le persone normali si unirebbero e cercherebbero di governare con razionalità e normalità. Manca un centro moderato autenticamente riformista e ‘Azione’ è nata per questo” – afferma Calenda.
L’alleanza giallorossa
L’intervista si conclude con un passo indietro nella storia di questo Esecutivo giallorosso. Calenda infatti commenta, sempre con toni di fuoco, la genesi del Governo. “Questo è un Governo nato solo perché si ha paura di Salvini” – dice senza mezzi termini il leader di Azione. Per Carlo Calenda l’alleanza tra Pd e 5 stelle non funziona, porta solo ad una lentezza esasperante. Infatti afferma: “Siamo in questa fase perché il Pd ha messo fine al riformismo per unirsi al populismo del M5S e il risultato è che non riusciamo a fare nulla. Faccio un esempio: si dice di mettere 400 miliardi a garanzia dei prestiti e dopo 3 mesi siamo appena al 15% di quanto promesso perché non c’è stata manleva per i dirigenti di banca solo perché hanno detto di no quelli del M5S”.
Per Calenda però andare al voto adesso non sarebbe una mossa saggia. “Non ci sarà nessun voto perché la situazione è tale che abbiamo una opposizione talmente spregiudicata che se vincesse la destra antieuropeista l’Italia fallirebbe perché dall’Europa ci sarebbe molto scetticismo: non si può continuare a votare per gente che fa solo spettacolo” – conclude.