Atlantia non ci sta: “Pronti a scendere sotto il 51%. Revoca? Rispettiamo le istituzioni”

I vertici di Aspi, l’ad Roberto Tomasi, e di Atlantia, l’ad Carlo Bertazzo, sono stati molto chiari. Vogliono restare nella società e ritengono che, in caso di revoca, verrebbero persi oltre sette miliardi e mezzo.

autostrade atlantia

Aspi e Atlantia rispondono in maniera quasi immediata agli attacchi mossi in queste ore da Giuseppe Conte. E ci pensano gli amministratori delegati delle due società, rispettivamente Roberto Tomasi e Carlo Bertazzo, a replicare. La proposta fatta proprio da Aspi per ritrattare la concessione della rete autostradale è stata ritenuta insufficiente dal premier. Ma al tempo stesso i due dirigenti, intervistati da Repubblica, fanno capire che la disponibilità e l’impegno del gruppo resta forte. Anche se sembrano esserci poche alternative alla revoca della concessione.

Tomasi, in particolare, ha fatto capire che “la nuova proposta nasce da un confronto durato quasi un anno in cui abbiamo ascoltato con attenzione le esigenze dell’esecutivo”. L’ad di Aspi ha ribadito l’impegno a sborsare i 3,4 miliardi “suddivisi tra oneri di ricostruzione, riduzione modulare dei pedaggi e ulteriori manutenzioni delle infrastrutture”. Dal canto suo, Bertazzo ha svelato che il gruppo ha accettato “un tasso di rendimento del capitale del 7,09% pre-tasse anche su opere complesse come la Gronda di Genova e il nodo di Bologna”.

Sempre l’amministratore delegato di Atlantia ha parlato della discesa nel capitale di Aspi. E ha svelato che “già dal 6 febbraio scorso abbiamo aperto alla possibilità di diluirci a favore di soci terzi, sotto il 51% ma a condizioni di mercato e nel rispetto dei soci di minoranza Allianz e Silkroad”. Per questo motivo, la proposta riguarda un aumento di capitale di Aspi, diluito da Atlantia. Bertazzo svela che la sua società è “disposta a rinunciare a una parte dei suoi diritti di opzione”. Ma al tempo stesso Atlantia non è intenzionata a uscire da Aspi.

Roberto Tomasi, ad di Aspi – meteoweek.com

Anche perchè, come rivela il dirigente, sono stati riconosciuti gli errori. E ora Atlantia “vuole avere l’orgoglio e la pazienza di rimediare, anche con altri soci”. Ma con il Governo continua la battaglia della società, in merito a quanto è scritto nel decreto Milleproroghe. Secondo Bertazzo esistono due tipi di problemi: “Non è possibile che vi sia una decurtazione del 40% del valore per i creditori in caso di futuro evento di decadenza. E non è possibile che vi sia una immediata efficacia del trasferimento della concessione all’Anas senza pagamento dell’indennizzo”.

Revoca, la posizione di Atlantia

In questo modo, secondo l’amministratore delegato Aspi andrebbe in default, in quanto il risarcimento previsto arriverebbe dopo troppo tempo. E a proposito del gruppo, Bertazzo non ha voluto contrattaccare di fronte alla possibilità di una revoca della concessione. “Se il governo – dice – ritiene che vi siano gli elementi per una revoca, e ha fatto tutte le valutazioni al riguardo, non ho niente da aggiungere. Rispettiamo le istituzioni, noi siamo sereni di aver fatto al meglio la nostra parte”.

Ma quali sarebbero le conseguenze della revoca? L’ad di Atlantia spiega così: “Se si applica l’art.35, dal giorno dopo vanno in default i 10 miliardi di debiti di Aspi nei confronti di banche e mercato, sempre che lo Stato non se li voglia accollare. Atlantia ha poi 5,5 miliardi di bond garantiti di Aspi più altri 5 miliardi di debiti suoi. Quindi nel complesso andrebbero in default circa 20 miliardi di prestiti, più tutti i crediti commerciali”. E Tomasi parla anche di investimenti già cantierabili per 7,5 miliardi che verrebbero gettati alle ortiche, con 7mila dipendenti a rischio licenziamento.

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Un altro passaggio critico nei rapporti tra il Governo e il gruppo, riguarda la gestione della rete autostradale in Liguria. Le decine di cantieri stanno mettendo in ginocchio la regione, ma Tomasi sostiene che più volte è stato richiesto un chiarimento normativo al ministero delle Infrastrutture. “Le regole non possono cambiare d’improvviso, come è stato fatto, e valere solo per la Liguria”, ha detto l’ad di Aspi. Che chiude con una speranza: “Confidiamo che dalla settimana successiva la situazione migliori visto che stiamo completando tutte le ispezioni necessarie”.

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