Sono 3,4 miliardi i risarcimenti che verserebbe Autostrade per evitare la revoca della concessione. Per il Pd è accettabile, ma i 5 stelle non ci stanno.
Autostrade per l’Italia (Aspi) non cede alla revoca della concessione e tenta un’ultima proposta. 3,4 miliardi di risarcimenti. Questo il piano proposto al Governo da Autostrade, che spera di poter arrivare così all’atto finale di un braccio di ferro iniziato due anni fa, dopo il tragico crollo del ponte Morandi. Nella proposta della società sono contemplati anche 13,2 miliardi di investimenti e 7 di manutenzione, il tutto condito con un richiestissimo taglio ai pedaggi. Aspi dichiara inoltre la disponibilità dell’azienda a guida Benetton di aprire il capitale a nuovi investitori, mentre, a sorpresa, manca nell’accordo la richiesta di rivedere il decreto Milleproproghe. Ciò significa che Autostrade, seguendo ciò che viene esplicitato nel decreto, accetterebbe di ricevere, in caso di revoca, un indennizzo di 7 miliardi, invece dei 23 miliardi stabiliti nella convenzione del 2008. La mancata richiesta di modifica sottolinea come Aspi scommetta tutto su un accordo con il Governo.
Leggi anche –> Recovery Fund, incontro ai vertici tra Conte e Merkel: cosa c’è da sapere?
Leggi anche –> Autostrade liguri o la storia della mala gestione italiana delle infrastrutture
Il no dei 5 stelle
Ma i 5 stelle non ci stanno. A mettere a rischio il piano di Autostrade c’è la componente grillina del Governo, che non ha intenzione di mollare sulla revoca. “Per noi resta no” è il commento lapidario che arriva dai pentastellati. La linea seguita dal Movimento rimane sempre la stessa: revoca della concessione o, in alternativa, eliminazione di Benetton dall’Aspi.
A proporre un riassunto delle posizioni del M5S è il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giovanni Cancellieri. “Commissariamento di governo di Aspi e gestione di Anas solo per i controlli di sicurezza” – ha affermato il viceministro ai microfoni di Radio Anch’io. Secondo Cancellieri andrebbero inoltre “messe al bando le concessioni, che in due o tre anni devono essere riviste”. E su Benetton: “E’ chiaro che in questo momento la presenza di Benetton è un grande problema. Hanno dimostrato di non saper gestire la cosa pubblica, i beni dello Stato, i beni dei cittadini e quindi non possiamo ancora lasciarglieli nelle mani”.
Di tutt’altro avviso è il Pd, per il quale i 3,4 miliardi promessi da Autostrade bastano a placare le acque sulla questione revoca. Il Governo dunque è spaccato.
Il commento di Renzi
Ad agitare ulteriormente le acque arriva Matteo Renzi, che insiste sulla necessità di trovare un accoro concreto con Aspi. La posizione del Leader di Italia Viva è semplice: l’idea di rievocare la concessione ed eliminare i Benetton sarebbe anche buona di per sé, ma impossibile da realizzarsi. E infatti, in un’intervista a La Stampa, afferma: “Dopo due anni non si può continuare ad urlare ‘revocheremo’ o ‘cacceremo i Benetton’ perché è impossibile da farsi”. E conclude: “Tutti sapevano che la gestione sarebbe andata ad Autostrade: era già previsto all’inizio del percorso. Ma ora basta con la politica dei rinvii. Non puoi dire ‘revoco’, lasciando aperta così a lungo la questione. In un senso o nell’altro le decisioni vanno assunte. Perché altrimenti rischiamo una doppia beffa: il ponte è ricostruito e il dossier resta aperto. E l’eventuale revoca si trasforma in un regalo per la proprietà”.