Preso “il Bomba” dopo anni di fuga: aveva violentato una turista

Gino Messina, detto “il Bomba” è stato arrestato dopo anni di latitanza in Costa Azzurra dove si era rifugiato sotto falso nome.
Gino Messina, 55 anni, detto “il Bomba” è stato arrestato dalla Guardia di finanza di Savona nel pomeriggio di giovedì. L’uomo si era rifugiato sotto falso nome in Costa Azzurra: una latitanza iniziata nell’aprile 2018 dopo la condanna definitiva per violenza sessuale. Messina era convinto di aver costruito un sistema che gli avrebbe garantito la libertà eterna, eppure ora deve scontare 5 anni di carcere.
La vicenda giudiziaria di Messina è relativa allo stupro di una ragazza russa nel garage di un condominio di Alassio, in provincia di Savona. Lo stupro è stato comprovato anche dagli esami medici, mentre l’uomo accusato di violenza sessuale aveva insistito nel parlare di un rapporto consenziente. Difatti, durante il processo, Messina si era così difeso: “Lei mi chiamò dicendomi che voleva vedermi. Ci accordiamo che a fine lavoro ci saremmo messaggiati e sarei passato a prenderla. Ero con una macchina scomoda, un prototipo americano che dà molto nell’occhio. Allora ho deciso di andare nel garage di casa a cambiare vettura. Appena entrati in garage mi è saltata addosso, ha cominciato a baciarmi e io a quel punto l’ho appoggiata alla mia Smart e abbiamo consumato il rapporto”.
“Il Bomba” durante la sua latitanza, forte di documenti d’identità fasulli e ben realizzati dal circuito della malavita, si era di recente messo a lavorare come custode di una villa. Tuttavia, quello del custode è stata una copertura in quanto, anche in Costa Azzurra, Messina continuava a fare ciò che ha sempre fatto: organizzare eventi, feste private, incontri fra imprenditori, manager e modelle. Cresciuto sulla Riviera di ponente, decine di relazioni nel suo passato con fidanzate esclusivamente dell’Est Europa, Messina si sarebbe concesso rimpatriate in Liguria negli ultimi tempi, avvicinando tramite conoscenze i suoi famigliari. Allo stesso modo, come conferma l’attività investigativa della Guardia di finanza, almeno da metà giugno si sarebbe spostato in alcuni appartamenti di Milano per vedere alcune persone da cui ricevere sovvenzionamenti.