Meloni su campo rom: a Castel Romano cimitero auto rubate

(Foto di Kenzo Tribouillard, da Getty Images)
Qualche settimana fa un rogo ha distrutto alcuni moduli abitativi nel campo nomade di Castel Romano. Pronto lo sgombero entro il 10 settembre. Oggi arriva anche la lettera di Giorgia Meloni sul campo nomade.

Un rogo, qualche settimana fa, ha distrutto diversi moduli abitativi appartenenti nel campo nomade di Castel Romano. Dopo vari anni di tensioni e manutenzioni, arriva ora la decisione di sgomberare tutto entro il 10 settembre. Il campo nomade in questione, nato nel 2005, si estende per un’area di oltre 41mila metri quadri. A causa della sua grandezza, i costi di manutenzione per tenere sotto controllo una possibile bomba sanitaria sono divenuti sempre più imponenti. Stando a quanto riportato dal Messaggero, 20 milioni di euro sono stati spesi dal 2005 solo per i costi di gestione. La spesa annuale per Castel Romano sembra aggirarsi intorno ai 961mila euro: 390 mila per le utenze, 130 mila per il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti, oltre 400 mila euro per lo spurgo dei liquami e altri 41 mila per la manutenzione. Al momento è stato predisposto, su richiesta della sindaca, il controllo della municipale, al quale si aggiungeranno anche i militari dell’esercito. A causa di una possibile emergenza sanitaria, infatti, la Regione Lazio tramite un’ordinanza ha chiesto di procedere con la bonifica, riattivare due depuratori presenti e procedere con la chiusura. E come fa sapere l’amministrazione: “Tutti argomenti che sono stati già avviati”. Il Campidoglio avrebbe invece promesso di impugnare l’ordinanza presentando ricorso, perché stando a quanto affermato dalla Raggi: “Non fa altro che chiedere misure che la nostra Amministrazione ha già messo in campo da tempo” ha spiegato”.
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A esporsi sulla vicenda anche la leader di Fdi Giorgia Meloni, che in una lettera al Messaggero scrive: “La struttura, nata come villaggio della solidarietà in epoca veltroniana e ampliata fino ad ospitare oltre 1200 persone durante le giunte Alemanno e Marino, ha subito un progressivo degrado fino al definitivo peggioramento nell’agosto del 2017, con l’esplosione dei due depuratori e la perdita definitiva di efficienza del sistema fognario. Da quel momento in poi, l’area si è trasformata in una vera e propria galleria degli orrori ambientali: il perimetro del campo viene oscurato da una gigantesca discarica abusiva, mentre in una vicina scarpata si forma un deposito di carcasse di auto rubate, cannibalizzate e incendiate. (…) Senza sorveglianza, Castel Romano è diventato l’epicentro di svariate attività illecite, a cominciare dai crimini ambientali, consumati anche attraverso l’accensione di centinaia di roghi tossici, oltre alla ricettazione dei pezzi di ricambio delle auto usate, all’usura, al traffico di stupefacenti”. Una situazione che, secondo la Meloni, è assolutamente sfuggita di mano: “Le condizioni di vita interne al villaggio si sono talmente deteriorate, anche per effetto dei soprusi delle bande criminali che spadroneggiano in quel contesto, da indurre più della metà dei residenti ad abbandonare la struttura”. Poi la ricostruzione della vicenda e le intenzioni di Fdi: “Tutte queste informazioni sono giunte sul mio tavolo grazie ad un dossier predisposto da un gruppo di lavoro di Fratelli d’Italia coordinato da Roberta Angelilli, che intendiamo consegnare alla Commissione bicamerale di inchiesta sulle Ecomafie. Sono queste le premesse della denuncia presentata alla Asl competente da FdI e del successivo incontro con le autorità regionali, che ha poi innescato lo scontro istituzionale tra Comune e Regione sull’ordinanza di sgombero del campo. (…) Rimango perciò sbalordita dalla reazione che la prima cittadina ha messo in atto, impugnando l’ordinanza di sgombero regionale, semmai giunta con grande ritardo, anche alla luce delle ripetute segnalazioni già trasmesse nei mesi scorsi dalla Asl competente agli uffici del Campidoglio e alla Prefettura. Invece di agitare sciabolette giudiziarie, il sindaco farebbe meglio a scusarsi del ritardo con cui ha deciso di affrontare questa situazione e ad accogliere il nostro appello ad una tempestiva azione finalizzata al ripristino della legalità, preoccupandosi semmai di offrire spunti utili alla Procura per perseguire i responsabili della colpevole inerzia che ha compromesso l’ambiente e l’igiene del campo per anni”.