In alcune gallerie siciliane corsie di marcia chiuse quasi per sempre; dubbi anche sulla rete Anas. Perché il ministero non fa seguire prassi uniformi?
E’ sulle prime pagine delle cronache ormai da settimane, la paralisi delle autostrade liguri, con chiusure notturne che si protraggono fino al mattino, senza preavviso, o il blocco di interi svincoli che si protrae per giorni interi, ma siamo davvero sicuri che si tratti solamente di un’errata pianificazione dei cantieri da parte di Aspi? La risposta è no. Si tratta di una cattiva gestione tutta italiana delle infrastrutture che dura da 90 anni e che ha il fulcro nella questione della sicurezza. Le autostrade liguri sono tra le più vecchie d’Italia, costruite ad inizio anni ’30, e l’aggravante è che le tecniche dell’epoca avevano difetti non da poco: alcune sono prive di armatura, per cui fino agli anni ’70 in non poche gallerie mancava l’impermeabilizzazione, rendendo concreto il rischio di crolli.
Nel corso degli anni tutto ciò era emerso, anche grazie ai lavori di ispezione, ma essendo il gestore dell’autostrada il controllore di se stesso, vien da se che la questione è sempre rimasta sottotraccia. Per non parlare del mancato adeguamento alle norme antincendio per le gallerie più lunghe di 500 metri, così come richiesto dalle direttive europee, ma in 15 anni di tempo l’Italia è riuscita lo stesso a mancare l’appuntamento. Nel dicembre 2019 l’amministratore delegato Castellucci si dimette da Atlantia la capogruppo di Aspi, controllata dai Benetton, in seguito alle indagini che hanno portato la Guardia di finanza a scoprire numerosi report falsati circa i controlli sui viadotti, che hanno causato il crollo di 2,5 tonnellate di pezzi di cemento sul tratto genovese dell’A26.
Aspi, dopo gli arresti causati dal crollo del Ponte Morandi e il crollo in galleria, cambia atteggiamento e collabora per mettere a punto una nuova strategia di controllo che però risulta essere lenta e farraginosa tanto da creare polemiche e maxi-ingorghi dovuti alle prime fughe di massa di lombardi e piemontesi verso il mare, a fine maggio. A difesa di Aspi interviene l’Aiscat, sottolineando che mancherebbero norme precise e che ci sarebbero disparità tra i vari concessionari. Ovviamente il caso non riguarda solo la Liguria, purtroppo le autostrade italiane sono costellate di altri cantieri e restringimenti dovuti alle indagini della magistratura.