Finnegan Elder è uno dei due americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Elder è a processo Gabriel Natale Hjort. I due sono accusati di esser gli autori dell’omicidio del vicebrigadiere avvenuto con undici coltellate lo scorso 26 luglio a Roma.
Nel corso dell’udienza davanti alla prima corte d’Assise di Roma che vede come imputati i due americani Finnegan Elder e Gabriel Natale Hjorth, sono emersi ulteriori dettagli su Finnegan. Stando a quanto riportato, nel 2018 Elder avrebbe tentato il suicidio durante la sua permanenza a San Francisco. A far emergere il particolare sono stati i suoi stessi legali, sotto forma di richiesta rivolta al tribunale di acquisizione della documentazione di circa 1.600 pagine che certificherebbe i ricoveri e le cartelle cliniche di Elder. Ciò che emerge dal quadro complessivo sarebbe un frequente ricorso all’assistenza psichiatrica da parte del ragazzo. Si attendono le deposizioni della perizia psichiatrica, al seguito delle quali arriveranno anche le conclusioni e le decisioni dei giudici. Sembrerebbe, infatti, che l’imputato stesse ancora assumendo farmaci di natura psichiatrica quando avvenne l’omicidio.
LEGGI ANCHE -> Migranti, sbarchi a raffica a Lampedusa: 618 persone in 24 ore
LEGGI ANCHE -> Gay Center a Lamorgese: cancellare circolare ‘Padre e Madre’ fatta da Salvini un anno fa
Intanto emergono anche estratti di dialogo tra Elder Finnegan e il suo interlocutore nel carcere di Regina Coeli. I dialoghi sono stati intercettati e depositati agli atti del processo in Corte d’Assise. In alcune intercettazioni Finnegan parla con il legale americano e con il padre. Come riportato da Rainews, riguardo al momento dell’arresto in hotel il ragazzo dice: “Sembrava in un certo senso che sapessero che eravamo stati noi”. E ancora: “Ho detto ma cosa è successo? Continuavo a chiedere cosa è successo, cosa è successo, hanno detto è morto un poliziotto, un poliziotto è stato accoltellato a morte [inudibile] e allora cioè quello è stato il momento in cui ho tipo pensato: volete il sangue? Allora vi darò il sangue (che cercate)”. Poi ancora sulla vicenda, in un altro dialogo: ”Vediamo due poliziotti che si avvicinano di nascosto da dietro e il tizio grosso mi placca, quello più piccolo raggiunge il mio amico”. Poi aggiunge: ”Noi eravamo rivolti verso l’altra direzione e loro stavano avvicinandosi di soppiatto per arrivare dietro di noi e poi mi sono girato e l’ho visto tipo a un metro da me e poi mi ha placcato”, dice il californiano. ”Siamo andati giù e lui mi è salito sopra e mi ha dato qualche pugno e poi ha iniziato a strangolarmi ed ecco perché ho tirato fuori il mio coltello. L’ho accoltellato tipo, due volte nella pancia (…) quindi ho semplicemente continuato a pugnalare e poi una volta che ha smesso una volta che mi ha lasciato il collo me lo sono buttato via di dosso e son scappato”.