La procura di New York acquisirà tutta la documentazione del capo della Casa Bianca. Ma Trump tuona su Twitter: “Questo è un procedimento tutto politico, non c’è imparzialità”.
Donald Trump subisce un’altra stoccata. Ed è ancora una volta la Corte Suprema a mettersi di traverso davanti al presidente degli Stati Uniti. Dopo la recente sentenza che ha riguardato i cosiddetti dreamers, ovvero i giovani immigrati entrati dal Messico e da altri Paesi in difficoltà, arriva un altro duro colpo per l’inquilino della Casa Bianca. La Corte Suprema, infatti, ha dato il via libera alla procura di New York. Così, sarà possibile accedere alla documentazione relativa alla dichiarazione dei redditi di Donald Trump.
Si tratta, come detto, di un’altra botta che il presidente americano è costretto a subire. La Corte ha respinto la richiesta dei legali di Trump, i quali puntavano tutto sulla garanzia dell’immunità da inchieste penali per i presidenti in carica. La sentenza è arrivata nella giornata di ieri, in cui sette dei nove componenti della Corte hanno votato in maniera positiva per il procedimento contro il capo di Stato. Si tratta di un passaggio che presenta delicate implicazioni politiche. Se non altro perchè non è stato stabilito se il materiale acquisito verrà o meno reso pubblico.
E non manca la reazione rabbiosa, resa nota dallo stesso Trump dopo aver preso notizia di questo procedimento a suo carico. Il presidente degli Stati Uniti, ancora una volta, ha affidato il proprio sfogo al profilo ufficiale su Twitter. “La Corte suprema – ha scritto Donald – ha rimandato il caso al tribunale di grado inferiore, il dibattito continua. Questo è un procedimento tutto politico. Ho vinto la caccia alle streghe di Mueller e altre ed ora devo continuare a combattere in una New York politicamente corrotta. Nessuna imparzialità per questa presidenza o amministrazione”.
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Trump, nella sua invettiva contro la Corte Suprema, non ha risparmiato parole di fuoco. Secondo il presidente americano, infatti, la “precedente amministrazione corrotta ha spiato la sua campagna elettorale ed è stata beccata”. Non ha esitato a definire questa operazione “il più grande crimine e scandalo politico nella storia degli Usa”. Anche perchè, alla fine del procedimento, “non è successo niente”. Secondo Trump, infine, “la Corte Suprema emette una sentenza di rinvio a un tribunale di grado inferiore che non avrebbe mai emesso per un altro presidente”.