Cosimo Ferri, magistrato in aspettativa, deputato di Italia Viva e esponente rappresentativo di Magistratura Indipendente, si è dimesso dall’Anm, l’Associazione nazionale magistrati.
Conclusa la ‘carriera’ sindacale in seno all’Associazione nazionale magistrati per Cosimo Ferri, toga scesa in politica, attualmente deputato nelle file renziane di Italia Viva e per cinque anni sottosegretario alla giustizia. Leader di Magistratura Indipendente, la corrente più a destra delle toghe. La Giunta del parlamentino delle toghe, riunita nella sede romana di Piazza Cavour, con mascherine e diretta streaming, ha accolto le dimissioni che Ferri aveva presentato nella precedente convocazione e ha così evitato sanzioni pesanti, come quelle dell’espulsione inflitta a Luca Palamara.
L’Anm, con l’accoglimento delle dimissioni dell’ex sottosegretario – con solo quattro voti contrari – ha dichiarato “il non luogo a provvedere” per quanto riguarda trattamento sanzionatorio che pendeva come una spada di Damocle sul capo di Ferri che ha così evitato l’onta della radiazione. In quattro hanno votato affinché tutto venisse congelato, le dimissioni non accolte, e il procedimento davanti ai probiviri sospeso. La maggioranza non ne ha però voluto sapere e ha votato in modo che Ferri non potesse più occuparsi del sindacato delle toghe.
È stata anche per lui fatale la famosa serata all’hotel Champagne di Roma. Con il trojan nel cellulare di Palamara, che ha inchiodato anche lui nella discussione sulle nomine alle poltrone delle Procure, alla quale, oltre a Ferri, prese parte anche il parlamentare dem Luca Lotti – ex ministro dello Sport – che era sotto inchiesta per Consip e cinque consiglieri del Csm. Tutti dimessi.
Tra loro ce ne erano tre di Mi: Paolo Lepre, Corrado Cartoni e Antonio Criscuoli. Gli ultimi a lasciare il Consiglio superiore ‘forti’ della linea della loro corrente, sostenuta anche da Ferri. Gli altri due consiglieri erano di Unicost, Luigi Spina – per lui c’è anche una inchiesta penale – e Gianluigi Morlini. Il prossimo 21 luglio prenderà il via davanti alla sezione disciplinare del Csm, appositamente rafforzata nei componenti supplenti, l’udienza per Luca Palamara e le altre toghe coinvolte dalle intercettazioni e dalle chat, tra loro anche Ferri. A chiedere l’azione ‘punitiva’ nei suoi confronti, è stato il Procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi che ha già chiesto alla Camera l’autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni del parlamentare Ferri. Anche per lui dovrebbe quindi incardinarsi il procedimento a Palazzo dei Marescialli, dove si presenterà con le dimissioni accolte dall’Anm e la parola fine sulla sua parabola ‘sindacale’. Palamara ha invece scelto di fare ricorso contro l’espulsione.
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