Contagi a macchia d’olio all’interno dei poli logistici dell’Emilia: i sindacati chiedono la quarantena retribuita e tamponi per tutti i lavoratori.
Dopo il focolaio scoppiato nella sede bolognese di Bartolini, continuano altri casi di positivi al Covid e questa volta sempre in un polo logistico dell’Emilia, ma in Tnt zona Roveri. Si tratta di 31 contagi accertati da tamponi, numero che potrebbe salire nelle prossime ore quando arriveranno i risultati degli altri test effettuati su circa 300 dipendenti dell’azienda. A denunciare l’accaduto è Simone Carpeggiani del sindacato SiCobas, il quale riferisce che, dopo lo scoppio del focolaio, i lavoratori si sarebbero rifiutati di stare in magazzino e sarebbero tornati a casa. Carpeggiani chiede dunque la chiusura dello stesso, che invece continua a rimanere aperto e di essere ascoltato dal sindaco e dal Comune, che però non hanno risposto. L’azienda è in attesa di conoscere i risultati di tutti i tamponi prima di procedere con la sanificazione del polo.
Il focolaio scoppiato in Tnt, preceduto da quello in Bartolini, getta luce sul settore della logistica rendendo evidente come l’emergenza sanitaria sui luoghi di lavoro sia tutt’altro che risolta: al contrario i fatti di questi giorni dimostrano come questi ultimi rappresentino i principali luoghi di contagio. Alla Bartolini di Bologna i casi dei positivi sono stati bel 113, dei quali 87 asintomatici, e nel giro di poche settimane le infezioni sono cresciute in maniera esponenziale tra i dipendenti del magazzino e i loro familiari. “La situazione è ormai fuori controllo”, prosegue il sindacalista e per questo SiCobas ha anche inviato una richiesta formale ai ministri Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli per un incontro urgente tra le parti “al fine di definire soluzioni atte da un lato a tutelare pienamente la salute dei lavoratori, dall’altro a tutelare i livelli salariali ed occupazionali”.