Dalla riduzione delle tasse, alla riforma delle pensioni, fino alla lotta all’evasione fiscale, con il Piano nazionale rilancio l’Italia riparte.
Con il Piano Nazionale Rilancio, l’Italia può farcela?
L’Ansa ha reso nota la bozza del Piano nazionale di Rilancio. Il documento contiene numerosi provvedimenti che a partire da settembre 2020 dovrebbero mettere in moto l’economia italiana. Si va dalla “Modernizzazione del Paese, transizione ecologica e inclusione sociale, territoriale- fino ad interventi per tutelare la parità di genere”. “Non vi è tempo da perdere” è necessario intervenire per scongiurare “una fase di depressione economica”. Sono queste le prime parole del Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Una manovra economica che dovrebbe secondo il Governo, non solo “salvare” il Paese dalla più grande crisi economica mai avuta dal secondo dopoguerra, ma anche migliorare la qualità di vita dei cittadini italiani, attraverso la digitalizzazione, la tutela dell’ambiente e la lotta alla discriminazione di genere. L’obiettivo è dunque quello di traghettare l’Italia da un periodo buio ad uno di forza e potenza economica. Un traguardo che secondo il Ministro Gualtieri potrà essere raggiunto anche grazie all’aiuto dell’ UE. Le “notevoli risorse che l’Unione Europea ha messo in campo – scrive Gualtieri – devono essere utilizzate al meglio”.
Dalla riforma del Fisco fino alla quella delle pensioni
Dalla bozza del Piano nazionale di Rilancio è possibile estrapolare i punti salienti del progetto. Innanzitutto il Governo Conte bis intende alleggerire il carico fiscale dei contribuenti, andando ad agevolare soprattutto le famiglie nelle quali vi siano minori. Una manovra che viene definita come “Una delle componenti più importanti del programma di Governo”. Ma se lo Stato intende agevolare i cittadini attraverso un alleggerimento della tassazione, nulla invece pare si possa fare in tema di condoni.
Dalla bozza infatti si legge che : “È confermata la determinazione a non prevedere nuovi condoni che, generando aspettative circa la loro reiterazione, riducono l’efficacia della riscossione delle imposte”. Appare quindi evidente l’intento di ostacolare l’introduzione di nuovi condoni e sanatorie. Resta invece ferma la volontà di contrastare l’evasione fiscale: “Tanto maggiore sarà la credibilità della strategia della crescita potenziale e di miglioramento strutturale del bilancio tanto minore sarà il livello dei rendimenti sui titoli di Stato e lo sforzo complessivo che il Paese dovrà sostenere nel corso degli anni”. E’ quanto si legge dalla bozza.
Il Governo intende inoltre introdurre il salario minimo che opererebbe come come “strumento di sostegno del potere d’acquisto dei salari e vettore di protezione e rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale nei settori più deboli”. Inoltre in sintonia con le linee guida Europee, si punta da un rafforzamento dei centri dell’impiego: “L’attuazione del piano straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro (Cpi), – si legge – costituisce una priorità politica del Programma di Governo e si sostanzia in un piano di investimenti per la riqualificazione della rete di servizi per il lavoro e dei servizi sociali. Si apre, infatti, la seconda fase di investimento in politiche attive prevista dal decreto che istituisce il RdC, per realizzare l’obiettivo più volte condiviso dall’Unione Europea di inclusione attiva e benessere collettivo , in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali”.
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Un piano, quello studiato dal Governo, che punta anche ad una riforma del sistema pensionistico: “Il governo ha già intrapreso un confronto con le parti sociali in vista della conclusione della sperimentazione di Quota 100, che la legislazione vigente fissa per fine 2021 , e valuterà le scelte in materia alla luce della sostenibilità anche di lungo periodo del sistema previdenziale e del debito pubblico”.