Penisoni di invalidità: arriva l’aumento. A chi spetta e chi è escluso.

E’ stato approvato l’emendamento al Decreto Rilancio con il quale si prevede l’aumento delle pensioni di invalidità. Ecco cosa succede.

 

Pensioni di invalidità: si all’aumento

La Commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento al Decreto Rilancio che prevede l’aumento delle pensioni di invalidità. Per il potenziamento delle pensioni è stato istituito un fondo da cui attingere di ben 46 milioni di euro. Si ipotizza che gli aumenti potrebbero scattare a partire da agosto 2020. A sensibilizzare il Governo è stata la decisione della Corte Costituzionale, che ha definito necessario l’incremento per aumentare le pensioni di invalidità fino al 516, 46 euro anche per i soggetti che non hanno ancora 60 anni. La Corte ha statuito che l’incremento è valido per tutti gli invalidi civili totali dal compimento del 18° anno di età, che non abbiano redditi annui superiori a 6.713,98 euro. Quindi, secondo quanto sancito dalla Corte Costituzionale potranno beneficiare dell’aumento della pensione di invalidità  solo gli invalidi civili al 100% che hanno un reddito che non superiore ai 6.713,98 euro .

Una decisione che sollevato apprezzamenti e critiche

Il Segretario confederale della Uil, Domenico Proietti ha dichiarato:” Concordiamo totalmente con l’Alta Corte. E riteniamo che sia stato opportuno riconoscere anche ai beneficiari di questi assegni una somma aggiuntiva che porterebbe l’importo dell’assegno a circa 515€, beneficio che dovrebbe essere esteso anche ai così detti disabili gravissimi”. Per la Uil è inoltre importante che per queste persone siano messe in campo reali politiche di inclusione nel mondo del lavoro e di accessibilità“. Tuttavia, la decisione ha sollevato anche molte critiche.

Tutti i soggetti che sono stati esclusi dall’aumento ritengono infatti che i criteri fissati dalla Corte Costituzionale siano fin troppo restrittivi. Molti sostengono che sia stato “discriminatorio” prevedere l’aumento delle pensioni solo per gli invalidi al 100%. Ma la decisione della Consulta, poggia su principi ben precisi.

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Non si esclude comunque, una possibile modifica,dato che la Corte ha lasciato al legislatore la discrezionalità per operare modiche alla materia.

 

 

 

 

 

 

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