E’ in atto la procedura per revocare la concessione ad Autostrade che si trascina da troppo tempo: innumerevoli gli inadempimenti.
Si è svolto a palazzo Chigi il vertice convocato dal premier Conte per discutere se revocare o rivedere la concessione ad Autostrade: sono state “concordate delle condizioni minime, spiegano dal governo, al di sotto delle quali rimane irricevibile qualsiasi proposta di controparte e diventa automatica la revoca”. Conte sarebbe dunque pronto a far valere anche l’ipotesi estrema, ma solo se non dovessero arrivare segnali tangibili di disponibilità a un nuovo corso da parte dei vertici Aspi.
Tutti i capi delegazione della maggioranza hanno ascoltato il report dei ministri Paola De Micheli e Roberto Gualtieri, ovvero le varie opzioni in campo e le controproposte di Aspi per arrivare a una soluzione della controversia che dura ormai dal 2018, cioè dal crollo del Ponte Morandi. La prima soluzione in linea con il Movimento 5 stelle, prevede appunto la chiusura del rapporto con Atlantia, la società che gestisce le concessioni autostradali che fa capo alla famiglia Benetton. La seconda, una prosecuzione del rapporto condizionata da una serie di vincoli rigidissimi: un vasto piano di investimenti, la riduzione dei pedaggi, un programma serrato di risarcimenti.
Al tavolo dei ministri non c’erano esponenti grillini, la cui posizione sulla vicenda Autostrade resta rigida. “Io non immagino un futuro in cui ridare a Benetton le Autostrade”, ha ribadito a Porta a Porta il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. E data l’importanza della questione, il premier Conte, annuncia la volontà di portare il dossier Autostrade in Cdm. Intanto arriva la sentenza della Consulta, con la Corte costituzionale a stabilire che non è illegittimo estromettere Aspi dalla ricostruzione del Ponte Morandi: la decisione dei giudici costituzionali accoglie le tesi del Governo motivando la legittimità all’estromissione con la grave situazione che si era venuta a creare.