Condizionavano esito sentenze in cambio di soldi: condannati ex magistrati. Rito abbreviato i primi imputati ma ne mancano ancora 5
Si è concluso con il rito abbreviato per i primi imputati il “sistema Trani” (ribattezzato così dagli inquirenti), in particolare con una condanna a 10 anni e 2,4 milioni di euro di beni confiscati per l’imputato principale, l’ex magistrato di Trani A. Savasta.
Grazie alle indagini condotte dai carabinieri di Barletta sotto il coordinamento dei pm Roberta Licci e Giovanni Gallotta, nonché del procuratore della Repubblica Leone De Castris, sono emersi i meccanismi corrotti del suddetto sistema. Si trattava di un ampio filo di corruzione che legava magistrati e imprenditori. Questi ultimi, tra l’altro, elargivano soldi, diamanti ecc. allo scopo di condizionare e pilotare indagini e verdetti dei processi.
Oltre a Savasta, condannati anche il sostituto procuratore L. Scimé (4 anni), l’avvocato R. Sfrecola (4 anni e 4 mesi), l’avvocato G. Ragno (2 anni e 8 mesi) e 4 anni anche a L. Dagostino, imprenditore di Barletta.
Per quanto concerne gli altri imputati che mancano all’appello, in tutto 5, si procederà, invece, con rito ordinario. A Savasta contestati i seguenti reati: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, calunnia, falso in atto pubblico e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale.
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