Migranti, Papa su lager in Libia:nessuno immagina l’inferno che si vive lì. Duro intervento del Papa che mette Europa davanti a proprie inadempienze
Duro intervento di Papa Francesco sui migranti, con particolare attenzione su quelli che soffrono nei campi detenzione in Libia. A questo proposito, il Papa mette l’Europa davanti alle proprie inadempienze di fronte agli orrori che avvengono nei campi di raccolta per i migranti in Libia. Bergoglio ricorda che il Mediterraneo è ora teatro di morte e non una piscina e che gli uomini tendono a lasciarsi alle spalle i pensieri non piacevoli, cosicché, passata la paura, le cose restano le stesse.
“Penso alla Libia, ai campi di detenzione, agli abusi e alle violenze di cui sono vittime i migranti, ai viaggi della speranza, ai salvataggi e ai respingimenti”, dice nel corso della Messa a Santa Marta e avverte tramite le parole di San Matteo:”Tutto quello che avete fatto l’avete fatto a me“, riferendosi a violenze, uccisioni, che non passeranno di certo inosservati.
Il Papa chiama quei campi di raccolta libici “lager” e dice:”Nessuno può immaginare l’inferno che si vive lì“. A contrapporsi a questi scenari “la cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza“.
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Bergoglio sottolinea come, chi fa determinate cose, buone o cattive che siano, le fa a Dio. E permettere che le persone restino nei lager odierni è come averle lasciate nei lager del passato (ad esempio Auschwitz, ndr). Il Papa richiama quindi i governi e la politica dei singoli Stati proponendo un nuovo modello di accoglienza che concili le opportunità dei Paesi di arrivo con l’esigenza di un trattamento umano verso coloro che cercano di approdare nei vari Paesi.