Il presidente francese Macron presenta la nuova squadra di Governo e si scatenano le prime polemiche: il ministro dell’Interno Gérald Darmanin è stato denunciato per stupro da una donna nel 2018. Il 9 giugno scorso la Corte d’appello di Parigi ha ordinato la ripresa delle indagini.
In Francia è stata formata la nuova squadra di Governo guidata dal premier Jean Castex, riunitasi per il primo Consiglio dei ministri dell’ultima fase della presidenza Macron. Il Governo dovrà traghettare la presidenza negli ultimi due anni decisivi per riottenere consensi e vincere le elezioni 2022. Eppure, iniziano le prime critiche. Anzi, si tratta di vere e proprie proteste: protagoniste una ventina di femministe davanti al ministero e all’Eliseo. Stando a quanto emerso, al centro delle polemiche ci sarebbe il nuovo ministro dell’Interno sarebbe Gérald Darmanin, 37 anni. Già ministro dei Conti pubblici nel Governo precedente, ora ha ottenuto il riconoscimento da parte di Macron per il lavoro svolto, attraverso un ruolo governativo ancor più prestigioso. Tuttavia, Darmanin sembra esser stato accusato di violenza sessuale nel 2018: lo avrebbe denunciato una donna, ma il tutto sarebbe stato risolto in un primo momento con un proscioglimento. Tuttavia, il 9 giugno scorso la svolta: la Corte di appello di Parigi ha ordinato la ripresa delle indagini.
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Più nello specifico, la denuncia è avvenuta nel 2018, ma i fatti risalirebbero al 2009. Darmanin si occupava degli affari giuridici del partito Ump. La presunta vittima dell’aggressione sarebbe Sophie Patterson-Spatz: la donna si sarebbe rivolta a Darmanin per chiedere l’annullamento della condanna ricevuta anni prima per ricatti e telefonate moleste all’ex compagno. Stando a quanto riportato nella denuncia, l’attuale ministro dell’Interno avrebbe promesso di aiutarla, ma chiedendo qualcosa in cambio: prestazioni sessuali. Poi, il vero e proprio stupro, a seguito di una serata al club Les Chandelles di Parigi. La violenza ai danni della donna sarebbe avvenuta all’interno di una camera d’albergo. In merito alla vicenda, Darmanin si è sempre proclamato innocente. Poi un’altra denuncia, a Tourcoing. In questo caso una donna lo ha accusato di esser stata indotta ad avere relazioni sessuali in cambio di un aiuto, ma il procedimento è stato archiviato nel 2018. Ora l’Eliseo risponde con forza: un’assoluzione in primo grado e la presunzione di innocenza proteggono l’integrità del nuovo ministro dell’Interno.
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Per questo “le indagini a carico di Darmanin non sono un ostacolo”. A rispondere è invece Caroline De Haas, militante femminista che sottolinea come la nomina, a ridosso della riapertura delle indagini, sia “allucinante”. “La nomina di Darmanin è la più clamorosa marcia indietro sulla lotta alle violenze sessuali che, ricordiamolo, era stata definita dallo stesso Macron come ‘la Grande Causa’ del suo mandato”. A destare polemiche anche l’avvocato Eric Dupond-Moretti, nuovo ministro della Giustizia. Dupond si è fatto conoscere in passato per giudizi duri, fortemente contrari al movimento MeToo. E non solo. A quanto pare Dupond-Moretti avrebbe lanciato una frecciatina neanche troppo velata anche in occasione della legge contro gli insulti sessisti, ottenuta da Marléne Schiappa nel 2018. In quel caso, l’attuale ministro della Giustizia commentò: “Certe donne non sopportano di non essere più fischiate per strada”.