Conte e Sánchez, premier dei due paesi più colpiti dalla pandemia di coronavirus, hanno tenuto oggi una conferenza congiunta a Madrid. Entrambi hanno rimarcato l’interesse condiviso nel superare la resistenza degli Stati membri, e hanno invocato a un’Europa più unita.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha incontrato oggi a Madrid il Presidente del Governo spagnolo Pedro Sánchez, presso il Palazzo della Moncloa. In seguito, entrambi i premier hanno tenuto una conferenza stampa congiunta in merito alla situazione data dall’emergenza coronavirus, e al pacchetto di aiuti ancora in trattativa in Commissione Europea. Quello di oggi si è trattato di uno dei tanti incontri del premier in vista del Consiglio del 17 luglio. Dopo oggi, Conte andrà a L’Aia, mentre la settimana prossima presenzierà nel bilaterale di lunedì con Angela Merkel. A chiudere gli incontri, quello con Emmanuel Macron, che tuttavia deve essere ancora confermato.
La conferenza di Conte a Madrid
Nel suo discorso in occasione della conferenza congiunta con il premier spagnolo Pedro Sánchez, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ribadito l’importanza di “finalizzare il pacchetto di risposte già entro la fine di questo mese”. Per portare a compimento il Recovery fund, e per concretizzare gli aiuti atti a fronteggiare la crisi post coronavirus, serve “una risposta comune che venga dall’Europa”. “Non può esserci un altro momento per l’accordo oltre luglio”, ha evidenziato il premier italiano.
Inoltre, Conte ha evidenziato come in un momento fragile e delicato come questo “dobbiamo osare, non possiamo essere indulgenti“. “Qui è in gioco il mercato unico, senza una risposta forte e coordinata Ue lo distruggeremmo, distruggeremmo le catene di valore europee. Ecco perché l’Europa deve agire unita“, ha aggiunto Conte in conferenza. Del resto, la “tragica esperienza del coronavirus ha unito ancora di più i nostri Paesi, ha rafforzato la nostra convinzione che bisogna lavorare in sintonia”.
Lavorare in sintonia e senza fare passi indietro. Per questo, spiega Conte, “non possiamo indietreggiare rispetto alla proposta della Commissione Ue. La sua proposta non è quella che forse in astratto avremmo preferito ma siamo consapevoli che occorre una buona dose di realismo. È una risposta utile per una reazione adeguata”. Anche se sul Mes c’è ancora una certa tensione, soprattutto all’interno della maggioranza. “Quando sarà valutato il negoziato europeo valuteremo ciò che conviene e non conviene all’Italia”, ha evidenziato il presidente del Consiglio. E ha proseguito: “A quel punto porteremo una proposta in Parlamento e nella proposta esamineremo i pro e i contro dei singoli strumenti. Questo credo sia l’approccio più utile”.
Sánchez sul Mes e l’Europa
Ricollegandosi al discorso del Mes, si è espresso anche il premier spagnolo Pedro Sánchez. Per il Presidente, il Fondo salva-Stati è uno strumento importante, e sebbene non abbia ancora confermato di volerlo sfoderare, Sánchez rimarca come “non possiamo sottovalutare la gravità della pandemia“. E proprio perché la situazione è grave, il premier sottolinea come “non ha alcun senso avere degli strumenti e avere vergogna nell’utilizzarli. Stiamo parlando di uno strumento senza limiti, che riguarda la spesa sanitaria per proteggere le vite”.
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L’emergenza sanitaria che stiamo affrontando, del resto, “si traduce in emergenza economica e sociale. La risposta deve essere nazionale, ma anche europea“. L’Europa deve impegnarsi congiuntamente “per fronteggiare questa sfida”, perché “la ripresa, il rilancio, l’unità, sono parti della stessa moneta” e “senza programmi di recupero non può esserci ripresa”.