Il capo del dipartimento sul Controllo degli armamenti del ministero degli Esteri fa la sua richiesta. In caso contrario, la Cina non prenderà parte ai negoziati sugli armamenti con Stati Uniti e Russia.
La Cina non ci sta e fa sentire la propria voce. Il tema continua a essere quello degli arsenali di armi nucleari a disposizione delle diverse potenze su scala mondiali. E il governo di Xi Jinping torna a far suonare un campanello di allarme negli equilibri internazionali. Sono ancora gli Stati Uniti a provocare il dissenso in Cina, in particolare perchè, secondo i vertici del Governo, ci sarebbe troppo squilibrio tra gli arsenali nucleari dei due Paesi. Per questo motivo, i prossimi negoziati sugli armamenti potrebbero essere a forte rischio.
A sollevare la questione relativa alla disponibilità di armi nucleari tra i vari Paesi è stato Fu Cong. Si tratta del capo del dipartimento sul Controllo degli armamenti del ministero degli Esteri del governo cinese. Cong ha fatto sapere che la Cina è molto contenta di partecipare ai negoziati sugli armamenti, che prevedono la presenza anche degli Stati Uniti e della Russia. Tuttavia, la richiesta da parte dell’esecutivo di Xi Jinping appare abbastanza chiara e difficilmente verrà scalfita. Anche perchè ci vuole equilibrio, secondo i cinesi, nella disponibilità di armi nucleari.
Così, nel corso di un incontro con i media nazionali, Fu Cong ha fatto capire qual è la strategia della Cina. Una richiesta di far diminuire agli Stati Uniti il proprio arsenale nucleare, in modo da portarlo allo stesso livello degli orientali e della Russia. L’alternativa, qualora questa richiesta non venisse assecondata, sarebbe sotto gli occhi di tutti. E porterebbe al forfait del governo cinese ai negoziati sugli armamenti nucleari. Una spaccatura molto forte, mai accaduta in passato e che potrebbe avere delle serie conseguenze a livello geopolitico.
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Sempre nel corso del briefing con la stampa, Fu Cong ha ribadito la Cina non ha alcun interesse a unirsi ai negoziati senza le necessarie misure da prendere. E il capo del dipartimento sul Controllo degli armamenti del ministero degli Esteri ha citato un recente documento divenuto pubblico. Si tratta del rapporto di Sipri, il think tank svedese che ricorda l’enorme numero di testate nucleari a disposizione degli Stati Uniti. Sarebbero circa 6mila le testate sotto il controllo americano, contro le circa 300 gestite dal Governo cinese.
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