Sono in tanti, nel mondo dello spettacolo, ad attaccare Barbara D’Urso ma c’è anche chi la ringrazia pubblicamente: Asia Argento.
In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, l’attrice romana ha parlato dei suoi ultimi due anni: il movimento #metoo che l’ha vista come una delle prime accusatrici di Harvey Weinstein, le accuse di molestie che l’hanno vista passare dal ruolo di vittima a carnefice e che l’hanno vista “scaricata” da X Factor che al suo posto, in giuria, ha chiamato Lodo Guenzi e i suoi problemi economici, risolti proprio dalla “fata madrina” Barbara D’Urso.
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“Devo ringraziare Barbara D’Urso, altrimenti ero finita”
“Ho pensato di vendere casa – ha spiegato Asia Argento al quotidiano diretto da Marco Travaglio – su cui pago il mutuo, ma devo ringraziare Barbara D’Urso e i programmi come i suoi se mi sono ripresa, altrimenti ero finita. Sono stata costretta a metterci la faccia.” A ridurla in bolletta, la complessa vicenda #metoo che l’ha vista passare da accusatrice implacabile del mogul di Miramax ad accusata.
“Weinstein mi ha violentata. La vicenda Bennett? Una barzelletta”
“Mi hanno definito prostituta e sono stata malissimo eppure questo mostro ora è in prigione ed è previsto un altro processo a Los Angeles. Mi ha violentata quando avevo appena 21 anni: da quel giorno tutti i Festival sono diventati una persecuzione, un inferno.” La vicenda Jimmy Bennet invece è stata “una cattiveria e un’ingiustizia, non sfiga in un mondo di maiali viene cacciata una donna perché un quasi diciottenne dichiara che l’ho stuprato: anche meccanicamente è una barzelletta“.
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L’incidente a Pechino Express: “Non mi credevano perché non frignavo. Incamero bene il dolore”
A seguito della vicenda Bennet, Asia perde il posto di giurata a X Factor e viene sostituita: la mancata partecipazione pregiudica la sua situazione economica. La partecipazione in coppia con Vera Gemma a Pechino Express avrebbe potuto in parte raddrizzarla ma a pochi giorni dall’inizio un incidente la blocca: “Io mi ero preparata per 5 mesi con Vera e sono durata 5 giorni. Mi sono rotta il ginocchio, ma anche due dita. Nessuno mi credeva perché non piangevo. Non mi prendevano sul serio perché non frignavo, io il dolore lo so incamerare“.