Sono due milioni i lavoratori che attendono denaro relativo alla cassa integrazione. Buona parte di loro devono ancora ricevere la rata di marzo. Nel Fondo di solidarietà bilaterale degli artigiani manca quasi un miliardo.
Il caos legato alla cassa integrazione continua a tenere banco. Attualmente, infatti, ci sono due milioni di lavori che ancora attendono di ricevere il denaro relativo a questo provvedimento, necessario per evitare il licenziamento. E a far discutere è il fatto che buona parte di questi lavoratori, che hanno diritto alla cassa integrazione, devono ancora ricevere il denaro relativo a marzo. Sono decisamente meno i lavoratori che attendono solo la parte relativa al mese di maggio. E tra i due milioni di dipendenti ancora in attesa, il 75% rientra nel piano previsto da Inps.
Sono quasi mezzo milione i lavoratori che, invece, dipendono dal Fondo di solidarietà bilaterale degli artigiani. E dire che il denaro nelle casse dell’Inps non manca, stando almeno alle stime fatte negli ultimi giorni. Sono stati stanziati, infatti, oltre 17 miliardi e mezzo che derivano dal decreto Cura Italia e dal successivo decreto Rilancio. Di contro, gli artigiani rischiano di dover incappare in una serie di problemi legati proprio alla mancanza di fondi. Anche perchè il suddetto Cura Italia ha immesso nelle casse del Fondo di solidarietà appena 60 milioni.
Tuttavia, la fetta prevista per gli artigiani era di oltre un miliardo e 200 milioni di euro. A integrare le risorse a disposizione del Fondo di solidarietà ci ha pensato il decreto Rilancio, con i primi 250 milioni arrivati a fine giugno. Ma a conti fatti, gli artigiani attendono ancora quasi un miliardo dalla commistione dei due decreti: per la precisione, mancano ancora 933 milioni. 516 di questi sono già stati stanziati sotto forma di bonifici, anche se il ministro del lavoro Catalfo continua a puntare fortemente sulla tecnica del rimborso. Mancano ancora 417 milioni, che potrebbero arrivare con il Decreto Luglio.
Tuttavia, la Catalfo potrebbe decidere di attingere dal fondo ministeriale per la Cig, che ammonta a 2 miliardi e 700 milioni. Tornando alla situazione dell’Inps, ci sono oltre 17.500 lavoratori che hanno presentato la domanda e che hanno inviato gli SR41, ovvero i documenti che contengono gli Iban degli aventi diritto. In questo caso, sono oltre 340mila i lavoratori in attesa. Di contro ci sono migliaia di domande giacenti che non risultano nè autorizzate, nè respinte, nè annullate dall’Inps. Questa è la fetta più grande, che riguarda un milione e 200mila lavoratori.
Il numero di domande arretrate è cresciuto in maniera forte dopo il mese di giugno. Specialmente dopo la ripartenza delle nuove domande di Cig, legate alle nuove regole presenti nel decreto Rilancio. Tuttavia, già a metà giugno si contavano quasi 900mila domande per ottenere la cassa integrazione. E l’attesa è sempre più forte per ottenere l’anticipo del 40% delle ore autorizzate, che si può ottenere senza passare dalle regioni. In ogni caso, solo il 20% delle imprese ha fatto richiesta per questo tipo di anticipo, per via dei tempi stretti o per altri provvedimenti in arrivo come il calcolo della quattordicesima.
Leggi anche -> Decreto Semplificazioni, ci siamo: la maggioranza raggiunge il compromesso
Leggi anche -> Palamara e il lido in Sardegna. Il pm si lamentava col prestanome.
In ogni caso, la buona notizia per i lavoratori è presente in una circolare, la numero 78 redatta dall’Inps. Qui si legge che l’anticipo del 40% delle ore in cassa integrazione può riguardare anche le domande precedenti al 18 giugno. Queste domande devono essere riferite alle ultime nove settimane di Cig Covid sulle 18 concesse. Dunque, il milione e mezzo di lavoratori dipendenti che attendono la cassa integrazione potrebbero ricevere notizie positive in tal senso. Ma intanto c’è chi ancora deve ricevere la propria fetta risalente a quattro mesi fa.