Pierluigi Diaco ha deciso di sfogarsi sui social. Ecco quanto dichiarato dal noto conduttore.
Dopo il lungo sfogo su Instagram di Georgia Luzi in merito a “quando un collega mi lanciò una sedia. E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il caro collega aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima”, ecco che Pierluigi Diaco ha deciso di dire la sua tramite social. Il noto conduttore di Io e Te, infatti, ha voluto sottolineare come lui non abbia niente a che fare con tale episodio, parlando di un “linciaggio mediatico” nei suoi confronti, tanto da decidere di agire per vie legali.
A tal proposito, Pierluigi Diaco, su Twitter ha scritto: “Resisterò a questo schifoso linciaggio mediatico. Se qualcuno osa sostenere che avrei tirato una sedia ad una conduttrice con cui ho condiviso l’esperienza di Uno Mattina Estate nel 2010, passo alle azioni legali. Ora basta”.
Ma cosa ha scritto Georgia Luzi? Ebbene, attraverso un post su Twitter la conduttrice, senza fare nomi e cognomi, ha scritto: “Nella mia vita lavorativa ci sono stati periodi in cui ho accettato e subito parole (e non solo) che forse avrei dovuto combattere ancor più energicamente di quanto abbia fatto. Anche se 1 metro e 60 di “bionditudine” non avrebbe spaventato nessuno. In quel momento…ho scelto di non “denunciare” almeno pubblicamente (ho continuato a lottare ogni giorno in silenzio, la testa non l’ho mai piegata). Sapevo a cosa sarei andata incontro e ho avuta paura. Paura di perdere il lavoro,di non essere creduta, di essere donna in un mondo di uomini. Perchè alle donne che scelgono di dire di “no” vengono fatte le pulci, ne vengono contestati i tempi e i modi (“come mai hai scelto di parlarne adesso e non prima?” “Ma non lo sai che i panni sporchi si lavano in casa???”) e così da vittime passiamo a carnefici”.
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Per poi aggiungere: “Queste persone sono le stesse che giustificano la propria condotta (meschina) con il “troppo amore” che mettono nelle cose che fanno. Il troppo amore…(un po’ come quelli che ti picchiano perché ti amano troppo). Quindi, quelli educati e perbene per far capire quanto ci tengono al proprio lavoro, devono insultare qualcuno. Quindi, vale tutto?! Eh no. Minacce, urla, parolacce non valgono. Arroganza, presunzione, violenza verbale,non valgono. E allora mi viene in mente quando un “collega” mi lanciò una sedia. E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il “caro collega” aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima. Mi ribellai… e nel tempo ho pagato le conseguenze anche di quello”.
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