Una Parigi inaspettatamente desolata: gli effetti collaterali della pandemia di Covid stanno portando alla capitale un’estate senza turisti. Nel frattempo, lo Stato paga il 100% degli stipendi per chi è in cassa integrazione.
Una stagione estiva nera, quella di questo sfortunato e complicato 2020. Il nostro Paese non è l’unico a soffrire della mancanza dei turisti internazionali, e non è nemmeno l’unico a sperare di una pronta ripartenza già a partire dai primi mesi del 2021. La stessa sorte tocca infatti alla Francia, tra le mete preferite di sempre ma che quest’anno si mostra in una desolazione senza eguali.
Nemmeno la riapertura dei voli dal Giappone è servita a spronare i turisti provenienti dall’Oriente. E la battaglia più dura contro gli effetti collaterali della pandemia e del lockdown li sta vivendo soprattutto la bella e romantica Parigi.
Se si passeggiasse ora tra le strade di Parigi, si assisterebbe a un panorama surreale. Se con l’estate 2019 il centro-città si era trasformato in un affollatissimo centro divertimenti, riempito fino all’orlo da quell’incredibile e quasi ingestibile numero di arrivi, quest’anno il Covid ha trasformato la città-modello per le vacanze in una landa desolata. Secondo quanto viene riportato da Repubblica, l’Ufficio del turismo prevede un buco pari a 10 miliardi nelle casse della capitale. E nemmeno la fine del lockdown, con la ripartenza dei primi voli in arrivo dal Giappone e lo scadere dell’obbligo di quarantena, sono riusciti a convincere qualche turista a fare un salto nella capitale. Probabilmente, la paura di venire in Europa – legata a quella di contrarre il virus – è ancora molto alta.
Parigi, la seconda metropoli più visitata del mondo (prima di lei c’è solo Bangkok) è incredibilmente vuota a metà giornata. “La nostra unica speranza per salvare almeno un pezzo della stagione è un’impennata delle prenotazioni e degli arrivi dell’ultimo momento perché per adesso la situazione è nera”, spiega ai media Corinne Ménégaux, la direttrice generale dell’Ufficio del turismo di Parigi. “Nessuno ha la sfera di cristallo ma la speranza oggi è di arrivare a fare il 40% del volume d’affari dell’anno scorso”, ha poi aggiunto con una certa dose di ottimismo.
Tra le attrazioni più famose ad essere state colpite dalla crisi del turismo si contano Fauchon, Disneyland Paris e anche i “Palaces” parigini. “Speriamo che i francesi riempiano almeno in parte il buco aperto dal mancato arrivo degli stranieri”, spiega ancora Ménégaux. Del resto, secondo quanto riportato da un recente sondaggio condotto dai suoi uffici, il 55% dei transalpini sarebbe interessato a concedersi qualche giorno di riposo nella capitale prima della fine del 2020. Ma anche il 38% degli spagnoli, e il 35% degli italiani, sognano di regalarsi una vacanza nella ville lumiere.
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Purtroppo, però, un altro aspetto da considerare è che buona parte delle famiglie – non soltanto quelle francesi – sembrano preferire le ferie all’aria aperta, scegliendo mete al mare o in montagna, piuttosto che trascorrere le ferie tra le vite di una città. Un altro degli effetti collaterali del lockdown, che per mesi ha obbligato le persone a rimanere chiusi in casa.
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In questa prospettiva tutt’altro che rosea, allora, il governo di Eduard Philippe ha già previsto delle misure atte a risollevare la situazione dei lavoratori del settore. Prendendo atto del fatto che il turismo rimarrà congelato per ancora qualche tempo, tra i sostegni finanziari disposti è stata confermata la garanzia del pagamento degli stipendi al 100% a coloro che sono rimasti travolti da questa inaspettata crisi.
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