Il Governo guidato da Boris Johnson avrebbe preso la decisione in merito all’impegno preso con Huawei. Alla base della decisione, le sanzioni americane contro la Cina che graverebbero sull’azienda.
Arriva un clamoroso dietrofront da parte del Governo del Regno Unito. E riguarda l’installazione delle tanto discusse antenne per la rete ultraveloce 5G, che avrebbero dovuto essere portate a Londra e dintorni da Huawei. L’azienda cinese era pronta a dare il via ai lavori, ma stando a una indiscrezione resa nota stamani sul Sunday Telegraph, questi lavori non si svolgeranno. Il tutto a causa di un clamoroso cambiamento negli scenari geopolitici, che almeno per il momento sono stati giustificati con una motivazione di natura tecnica.
Stando a quanto si legge sul tabloid inglese, infatti, Huawei potrebbe pagare una delle conseguenze, sul piano politico, dell’emergenza Coronavirus. Gli Stati Uniti, infatti, hanno deciso di elevare delle sanzioni molto pesanti ai danni della Cina. E proprio per questo motivo Huawei potrebbe pagare le conseguenze di queste sanzioni. Tanto da non essere più in grado, secondo gli uomini dell’intelligenze britannica, di garantire un livello di sicurezza informatica da far dare il via ai lavori. Tanto che il Governo Johnson ha deciso di bloccare tutto.
Ci sarà dunque uno stop immediato al progetto di installare antenne per la connessione in 5G nel Regno Unito. Stando al piano originari, Huawei avrebbe controllato il 35% dello sviluppo della rete telefonica e internet ad alta velocità nel Paese. Ma non sono le nuove reti ancora da installare a far discutere. Stando sempre a quanto si legge sul tabloid, infatti, si potrebbe dare il via anche allo smantellamento delle reti attualmente esistenti e create dal colosso cinese, entro il biennio 2026-2027. Insomma, sarebbe il fallimento di un piano avvenieristico.
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E come se non bastasse, Boris Johnson è già all’interno di un ginepraio fatto di polemiche e rivolte in atto nel suo partito. Sono tanti, infatti, i conservatori che hanno mosso venti di guerra contro il premier, proprio per via dell’accordo preso con Huawei. Il presidente della Commissione Esteri Tom Tugendhat, ad esempio, ha parlato senza mezzi termini di un “cavallo di Troia” piazzato dai cinesi per spiare il Regno Unito. E visto che l’emergenza Covid ha segnato un passo indietro nella fiducia dei britannici verso Johnson, ecco la necessaria svolta populista sul piano tecnologico.