Coronavirus, il virologo Crisanti analizza l’aumento dei casi in Veneto: “Focolai? Zaia dovrebbe prendersela con i tecnici più che con i cittadini. Ho letto e sentito troppi messaggi contraddittori”
Il virologo Crisanti commenta la crescita dell’indice Rt (quadruplicato) in Veneto attraverso diverse interviste rilasciate sulla stampa nazionale. I focolai, dice, sono “inevitabili, ma vanno tenuti sotto controllo” con tamponi e isolamento. E sui messaggi da lanciare alla gente aggiunge. “Bisogna dire la verità: spesso assistiamo a conferenze o note contraddittorie”.
Il focus si sposta immediatamente sul caso Veneto, che ha fatto registrare un aumento dei casi negli ultimi giorni. “Se si racconta che il virus è sparito le persone abbassano l’attenzione”. E poi punta il dito direttamente sui consulenti del governatore Luca Zaia. “Il governatore del Veneto più che arrabbiarsi con i veneti dovrebbe prendersela con i tecnici che gli stanno vicino”.
“Va detto, ed è paradossale, che due dei firmatari del documento che sostiene questa tesi, Palù e Rigoli, siano tra i più ascoltati consulenti di Zaia”. Crisanti, ordinario di Microbiologia all’Università di Padova, è l’ideatore del cosiddetto “modello veneto” e dei tamponi mirati a Vò Euganeo. Secondo il virologo servirebbe modo differente per comunicare con i cittadini. “Lanciamo un messaggio più serio, basata su dati e senza mistificazioni, perché non solo la pandemia non è finita in Italia, ma fuori dai nostri confini il virus corre, Facciamo capire che l’Italia non è in una bolla protetta”.
“Io lo avevo detto il 7 aprile che saremmo andati incontro a un periodo con diversi focolai. E’ un qualcosa di previsto. L’importante è capire perché accadono”. Il problema, secondo Crisanti, non è dunque impedire che i focolai si accendano. “Non si può evitare. I focolai sono inevitabili e attesi, ma occorre tenerli sotto controllo“. E per controllarli la strategia da seguire, dice, è una sola, cioé quella testata a Vo’ Euganeo: “Vanno fatti tanti tamponi, a tutta la rete di contatti. A parenti, amici, vicini di casa, colleghi delle persone colpite. E poi bisogna procedere con isolamenti e quarantene”.
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Infine, un cenno sui rapporti con Zaia, cambiati nel corso dei mesi. “Prima c’era un rapporto diverso, ora si è essenzialmente affidato ad altri. Ma sarei ben lieto se chiamasse – conclude – di poter dare il mio contributo per capire questa vicenda a fondo”.
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