Continua la battaglia all’evasione fiscale, e lo fa anche attraverso una nuova riforma: dal primo luglio 2020 il tetto massimo per i pagamenti in contanti è diventato di 2mila euro. In caso di contravvenzione, sono previste multe fino a 50mila euro.
Prosegue la battaglia contro l’evasione fiscale, anche attraverso diversi incentivi ai pagamenti tramite carta di credito. Proprio per questo motivo, attraverso il decreto 124 del 2019, collegato alla Legge di Bilancio, il primo luglio 2020 è entrato in vigore un nuovo tetto massimo per i pagamenti in contanti, ora consentiti fino a 2mila euro. Come evidenziato dalla data del provvedimento, si tratta di una misura varata prima dell’emergenza coronavirus. Eppure, ben si iscrive all’interno delle attuali intenzioni del Governo. Ne è un esempio la recente novità legata al dl Rilancio, approvata in Commissione Bilancio alla Camera: è stato previsto dal Governo uno sconto fino al 20% delle aliquote e tariffe delle entrate tributarie e patrimoniali come Imu, Tari e Tasi. Questo, a patto che il pagamento avvenga da conto corrente. L’idea alla base è più o meno la stessa: alimentare la guerra al contante e diffondere una cultura cashless. Ora arriva anche l’entrata in vigore del provvedimento 2019, che abbassa ulteriormente il tetto del pagamento in contanti. Il Governo Renzi, infatti, nel 2016 aveva stabilito un tetto massimo di 3mila euro, ora ridotti a 2mila fino al primo gennaio 2022. Allo scadere di quella data, la soglia si ridurrà ulteriormente, per raggiungere “definitivamente” i mille euro. Per ora, dunque, qualsiasi pagamento con importo uguale o superiore a 2mila euro dovrà avvenire tramite l’utilizzo di bonifici, strumenti digitali, carte di credito e bancomat.
In caso contrario, in caso di contravvenzione, le multe potrebbero andare dai 3mila ai 50mila euro per ogni singola operazione di pagamento. Ovviamente la portata della multa è direttamente proporzionale alla gravità dell’infrazione. Il nuovo tetto, inoltre, avrà un’applicazione a 360 gradi e riguarderà anche donazioni e prestiti tra famigliari. Per quanto riguarda i prelievi, invece, ancora nessun limite massimo. Sia i versamenti sia i prelievi, infatti, non riguardano soggetti terzi. Tuttavia, sul provvedimento arrivano i primi pareri contrastanti. Secondo Unimpresa, infatti, questi nuovi vincoli non comporteranno necessariamente un maggiore e migliore controllo sulla circolazione in nero di contanti nel caso dei piccoli acquisti. Unimpresa, al contrario, sottolinea gli effetti negativi che questo provvedimento potrebbe avere, legati a una stretta sui consumi. A sottolinearlo è direttamente la presidente di Unimpresa Giovanna Ferrara: “E’ il momento peggiore per introdurre tetti“. Ora è piuttosto “necessario favorire e stimolare i consumi delle famiglie”.
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