La sera tra il 25 e il 26 giugno un giovane fisicamente prestante aveva aggredito un ragazzo che passeggiava mano nella mano con un altro ragazzo. L’aggressore, che ha preso a cazzotti il ragazzo, è stato denunciato con l’accusa di lesioni personali con l’aggravante di aver agito per motivi abbietti o futili.
E’ arrivata la denuncia in stato di libertà ai danni del presunto aggressore che nella notte tra il 25 e il 26 giugno ha preso a cazzotti un ragazzo mentre passeggiava mano nella mano con un coetaneo presso il lungomare di Pescara. Il ragazzo vittima dell’aggressione ha ricevuto diversi pugni diretti al volto, con conseguente frattura della mandibola. Il giovane era “colpevole” semplicemente di passeggiare mano nella mano con il compagno, un 22enne del posto. La coppia avrebbe incrociato sulla sua strada un gruppo di sei o sette giovani. Velocemente, dagli insulti si è passati alla vera e propria aggressione fisica. Poi il tentativo di bloccare l’aggressione da parte di alcuni passanti, da cui è scaturita una colluttazione. Il ragazzo, con la mascella rotta, è stato sottoposto a intervento chirurgico, con una prognosi di 30 giorni. A seguito dell’aggressione, è immediatamente scattata l’indagine, che ha portato i carabinieri a esaminare i video delle telecamere presenti nella zona. Inoltre, gli agenti si sono anche occupati di raccogliere le testimonianze non solo delle vittime, ma anche di altri ragazzi che, al momento dell’attacco omofobo, si trovavano sul posto. Più nello specifico, sono stati ascoltati i frequentatori assidui della zona “Nave di Cascella”. L’insieme degli indizi raccolti ha portato all’individuazione di un giovane poco più che ventenne.
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A fornire un grande contributo nelle indagini, i dettagli forniti dai due ragazzi vittime dell’aggressione. Quanto riferito avrebbe portato gli inquirenti a restringere il campo di indagine a un solo individuo già 48 ore dopo l’accaduto. Poi il vero e proprio riconoscimento, che ha avuto luogo grazie all’aiuto di testimoni e immagini dei sistemi di videosorveglianza. Stando a quanto emerso, il ragazzo denunciato non sarebbe stato solo nel momento dell’aggressione: in sua compagnia, altri amici. Proprio per questo le indagini non si fermeranno qui, ma proseguiranno fino all’identificazione degli altri ragazzi presenti e fino alla ricostruzione delle esatte dinamiche dell’accaduto. I carabinieri cercheranno quindi di seguire le tracce già fornite da una serie di indizi e testimonianze. Si spera che qualcuno del branco, venuto a conoscenza dell’individuazione del suo amico, si autodenunci, abbreviando così i tempi dell’indagine. Nel frattempo, si è proceduto a denunciare il ragazzo individuato per lesioni personali con l’aggravante comune dell’aver agito per motivi abbietti o futili. Ed emergono anche i primi dettagli sull’identità dell’aggressore, con una storia personale segnata da un’infanzia difficile. Al momento il giovane vive con i nonni.
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Nonostante questo, è recentissima la bocciatura in consiglio comunale a Pescara della mozione contro la violenza omofobica. La mozione è stata bocciata dal centrodestra, e così il sindaco Forzista di Pescara, Carlo Masci, è stato chiamato in causa, e ha cercato di spiegare alla Repubblica: “La pronuncia del comune non avviene sull’onda di questa campagna creata a tavolino. È nei fatti, nel disgusto per l’accaduto, nella condanna di una violenza inescusabile e ingiustificabile da qualsiasi punto di vista, senza ‘se’ e senza ‘ma’. Questo ho chiesto ai consiglieri comunali: tutti i consiglieri comunali. Il consiglio è infatti espressione di un’intera città dalle diverse anime, non certamente un fast food a menu fisso dove si pretende di imporre un manifesto politico-ideologico sui massimi sistemi e non di votare un atto condiviso che tenga conto di tutte le sensibilità. La formula ‘O questo o niente’ è la negazione della democrazia, è prevaricazione preordinata che è stata poi mediaticamente indirizzata. Quanto a me, io avevo premesso e assicurato in sede istituzionale che mi sarei costituto parte civile punto e basta: c’è il video che lo prova. Nessuno ha avuto 9 minuti per ascoltare e riportare le mie parole? C’è la condanna ferma dell’aggressione, c’è la solidarietà al ragazzo, c’è la volontà incondizionata di costituirsi parte civile. Questa è la storia e questa è la verità”.