Mamma da sei giorni, i giudici le tolgono la figlia: ora ricorso a Strasburgo

Una mamma si è vista togliere la figlia di appena sei giorni dai giudici dei minori: il legale farà ricorso a Strasburgo, per “palese violazione diritti umani fondamentali”.

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mamma sei giorni Strasburgo foto di repertorio

Una vicenda drammatica, quella in cui si ritrova coinvolta una donna di 44 anni. Una mamma di origine russa si è infatti vista separare dalla figlia, nata appena 6 giorni fa, dai giudici dei minori di Genova. Una “situazione inaccettabile”, l’ha definita il legale della donna, Claudio Defilippi, che ora ricorrerà alla Corte europea dei diritti dell’Uomo per segnalare quanto accaduto e per far riabbracciare la mamma con la piccolina. “Non si comprende perché la madre non possa seguire la bimba di soli sei giorni”, ha infatti evidenziato l’avvocato.

Il legale: “la madre non merita questo castigo”

Secondo quanto si apprende dai giornalisti dell’ANSA, alla donna 44enne “è stata sospesa la potestà genitoriale“. A confermarlo è stato il legale stesso della neomamma, che ha spiegato ai media: “Il Tribunale e le assistenti sociali vietano alla mia assistita di poter avere rapporti con la figlia appena nata“.

Questa complicata vicenda si rispecchia nel provvedimento che dispone per la neonata la “collocazione in famiglia di pronta accoglienza” o “in idonea comunità per neonati“, dato che negli stessi documenti si fa riferimento a dei precedenti problemi che si sarebbero verificati tra la donna e due figli avuti da una precedente relazione, oltre che al “rischio concreto che la madre sottragga se stessa e la figlia al percorso di valutazione e sostegno che il tribunale ritiene indispensabile a tutela della bambina”. E, sempre come viene sottolineato nel provvedimento, il rischio non sarebbe “meramente ipotetico”, dato che la donna avrebbe già minacciato di “rientrare in Russia con il secondogenito”.

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foto di repertorio

Si tratta di un quadro indubbiamente complesso, ma per l’avvocato Claudio Defilippi la situazione non torna. “Non vi è alcun rischio che la mia assistita ritorni in Russia, non vi sono prove né indizi di ciò. Non è possibile in alcun modo presumere la volontà di farlo; mai manifestato interesse in tal senso”, ha infatti spiegato il legale.

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Ed è per questo che Defilippi ha definito il provvedimento disposto dei giudici del capoluogo ligure come “inaccettabile, dal momento che inibisce alla madre di poter vedere la sua bambina di appena sei giorni, togliendola dal latte materno, e, soprattutto, la mia assistita non risulta essere dedita all’uso di sostanze alcoliche, stupefacenti o psicotrope, e per questo verrà fatta una perizia psichiatrica”.

Secondo l’avvocato della neomamma, il caso rientra palesemente in una “violazione dei diritti umani fondamentali”, e ribadisce con forza come “la madre non merita il castigo di non poter vedere la propria figlia”.

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