Justice League | le accuse di Ray Fisher al regista creano un caso

Le accuse mosse nei giorni scorsi da Ray Fisher, l’attore che interpreta Cyborg nell’Universo cinematografico DC, nei confronti di Joss Whedon hanno creato subbuglio tra chi ha lavorato al film di Justice League.

Come era lecito aspettarsi, le dure parole di Ray Fisher, l’attore che interpreta Cyborg nell’Universo cinematografico DC, nei confronti del regista Joss Whedon, continuano a suscitare reazioni. A distanza di diverse ore, infatti, altri membri della troupe di Justice League hanno deciso di prendere la parola.

Le accuse di Ray Fisher a Joss Whedon

Ricominciamo dal principio. Ray Fisher, l’attore che interpreta Cyborg nell’Universo cinematografico DC, aveva mosso delle dure accuse a Joss Whedon, il regista di Avengers e Avengers: Age of Ultron che si è occupato delle riprese aggiuntive di Justice League dopo l’addio di Zack Snyder. L’attore ha deciso di accusare direttamente il comportamento di Whedon sul set: “Il trattamento che Joss Whedon ha riservato sul set al cast e alla troupe di Justice League è stato schifoso, offensivo, non professionale e completamente inaccettabile. Gli è stato permesso, per molti versi, da Geoff Johns e da Jon Berg”. A queste parole era seguita una smentita del produttore  e un secco “no comment” da parte del regista.

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Il sostegno all’attore

L’attore ha ricevuto una serie di messaggi di sostegno, come quello dalla controfigura di Batman Richard Cetrone o quello della controfigura di Gal Gadot. E perfino il del fotografo di scena Clay Enos, nonché grande amico di Zack Snyder, ha risposto alle accuse di Ray Fisher con un laconico: “Ho sentito dire lo stesso”. Fisher ha ricevuto il sostegno anche da persone esterne alla vicenda e alla lavorazione del film, come quello del regista Matthew A. Cherry e persino di Phil Lord, che ha dichiarato quanto segue: “Ho avuto il piacere di incontrare Ray quando siamo stati ad un passo dal lavorare a Flash. Un contenitore irresistibile di energia sfrenata”. Anche Nia DaCosta, la regista di Candyman, ha esaltato il coraggio dell’attore: “Sono molto fiera del fatto che Ray abbia scelto di parlare. La minaccia di ritorsioni esiste davvero ed è in parte il motivo per cui comportamenti offensivi e non professionali si perpetuano nella nostra industria. Parlare comporta assolutamente delle conseguenze, perciò ammiro il suo coraggio”

L’altra campana

A difesa di Whedon per ora c’è solo il tweet di Alan Tudyk, che con il regista ha lavorato alla serie Firefly e poi al film Serenity. “Non ero presente, ma conosco Joss da 17 anni e in tutta onestà non riesco neanche a immaginare cose simili, e ho un’ottima immaginazione”, ha dichiarato Tudyk.

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