Il magistrato Mario Amato, ucciso nel 1980 da terroristi ‘neri’, viene ricordato oggi, nel quarantennale della morte, con l’emissione di un francobollo, valido per la posta ordinaria. Il valore postale mostra un ritratto del magistrato.
Il bollettino illustrativo dell’emissione reca un testo scritto dalla figlia, Cristina Amato, che ne tratteggia l’opera come sostituto procuratore prima a Rovereto e poi a Roma ed in particolare le sue inchieste sulla destra eversiva. Cristina Amato ricorda anche la dinamica dell’attentato: “il 23 giugno 1980, ricevuto quella mattina un rifiuto per l’uso di una vettura blindata che gli avrebbe consentito di raggiungere in sicurezza il suo ufficio a Piazzale Clodio, mentre attendeva un autobus, fu raggiunto alle spalle da Gilberto Cavallini che gli esplose un colpo fatale alla nuca, per poi fuggire con una motocicletta alla cui guida era l’altro Nar Luigi Ciavardini. Alla notizia dell’avvenuto assassinio, i pluriomicidi Giusva Fioravanti e Francesca Mambro festeggiarono. Stilarono poi il volantino di rivendicazione in cui affermavano: ‘oggi Amato ha chiuso la sua squallida esistenza, imbottito di piombo'”. Come omaggio alla figura del magistrato, a Mario Amato sono state intitolate strade e aule di giustizia.
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