Roma, Pd: Raggi scarica sui municipi aperture centri anziani

A Roma la Raggi ha optato per una graduale riapertura dei centri anziani. La riapertura dei centri sarà possibile esclusivamente nel rispetto delle indicazioni fornite dalla regione Lazio. A predisporre le riaperture saranno gli stessi municipi. Così arriva l’attacco da parte del Pd: “La sindaca scarica sui municipi la responsabilità di aprire o meno”.

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(Foto di Andreas Rentz, da Getty Images)

A Roma arrivano le prime indicazioni sulla riapertura dei centri anziani, e arrivano attraverso un’ordinanza a firma Raggi. Secondo il provvedimento la riapertura dei centri anziani sarà possibile solo nel rispetto delle norme fornite dalla regione Lazio (in un’ordinanza del governatore della regione Zingaretti firmata il 26 maggio). Perché i centri anziani riaprano, quindi, bisogna aderire a condizioni necessarie e imprescindibili: il processo di sanificazione degli ambienti e gli interventi di manutenzione ordinaria degli spazi (interni ed esterni). Stessa cosa per la manutenzione dei filtri per gli impianti di condizionamento. Inoltre si dovrà provvedere all’acquisto di dispenser di gel disinfettante. A predisporre la riapertura saranno gli stessi municipi, dopo un confronto con il direttore dell’Area Socio-Educativa e il presidente del Centro Sociale Anziani coinvolto nella riapertura.

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(Foto di Andreas Solaro, da Getty Images)

Ma, soprattutto in merito a quest’ultimo punto, arrivano le prime critiche. E’ caustica la risposta del Pd, in una nota a firma di Enrica Battaglia della Direzione regionale del Pd, del consigliere comunale dem Giovanni Zannola e di un gruppo di amministratori Pd dei Municipi. “Stupisce ancora una volta l’ennesima ordinanza con cui la sindaca di Roma comunica la proroga fino al 30 settembre sulla chiusura dei centri anziani”. E poi ancora: “Questo naturalmente a meno che i municipi non garantiscano sanificazioni, fornitura di gel disinfettante, interventi di manutenzione ordinaria esterni e interni comprensivi dello sfalcio dell’erba, corretto funzionamento e pulizia dei condizionatori, e ferma restando l’attività di vigilanza e controllo in capo alle Direzioni socio-educative. Il tutto in attesa di fantomatiche linee guida ancora sconosciute e condivise con non si sa chi. Insomma, come Ponzio Pilato, la sindaca se ne lava le mani scaricando sui municipi e sui presidenti dei centri anziani la responsabilità di aprire o meno gli spazi dedicati alla Terza età: fotografia che ben si sposa con l’idea di una città non equa e non governata”.

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Ad aggravare la situazione, sottolinea la nota, anche l’assenza di adeguati finanziamenti che, almeno, addolciscano quest’assunzione di responsabilità. Il tutto, infatti, avviene “peraltro senza risorse dedicate, senza personale sufficiente e senza un protocollo condiviso di sicurezza con municipi, Asl competenti, Terzo Settore, volontariato e Presidenti di Centro anziani ci chiediamo cosa è stato fatto in questi mesi per garantire spazi sicuri o almeno servizi alternativi con i risparmi di spesa legati a questi mesi di chiusura per gli anziani di Roma. Più
che una task force, servirebbe la politica e la capacità di capire che Roma non si governa dal Campidoglio a colpi di ordinanze”. Poi, nella nota del Pd, il discorso viene esteso anche ad altri centri: “Questo vale anche per tutti gli altri servizi citati nell’ordinanza in cui si annuncia la proroga sulla chiusura, come i centri diurni e semiresidenziali per anziani. Per le strutture dedicate alle persone disabili adulte si prevede peraltro e infine la graduale riapertura. Come, non si sa”. Infine, la bocciatura definitiva: “La sindaca si affida alla task force che da maggio non ha ancora fornito alla città una soluzione che sia una. Pochino per una capitale”.

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