Intervista a tutto tondo al leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che sulla vicenda Berlusconi commenta “quadro gravissimo su cui è urgente fare chiarezza”.
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, in una lunga intervista al Riformista, commenta la dura condanna ai danni di Silvio Berlusconi relativa alla sentenza Mediaset e chiede chiarezza per lui e per tutto il popolo italiano.
La conversazione tra il giudice Amedeo Franco e Silvio Berlusconi, ora all’origine del nuovo scontro tra centro destra e magistratura, è stata registrata nel corso di un incontro casuale tra i due. Franco, che faceva parte del collegio di Cassazione che condannò l’ex Premier a quattro anni di reclusione, definisce la condanna di Berlusconi “una porcheria” decisa “a priori”.
Il giudice che si sfoga con Berlusconi, prosegue Renzi, mina le basi democratiche del Paese, perché quella sentenza ha tenuto fuori dal Parlamento l’uomo che ha guidato più a lungo un governo nella storia italiana. La politica italiana non può minimizzare tutto questo.
Sul sì al Mes Renzi ha le idee chiare. “Può dire no al Mes solo chi ha già altre strade per trovare i soldi”, aggiunge il leader di Italia Viva, aleggiando lo spettro della patrimoniale sulla quale aggiunge, “passeranno sui nostri cadaveri”. Sull’opposizione di Salvini e Meloni Renzi non condivide la loro scelta populista e sovranista alla Le Pen e, aggiunge, senza l’Europa avremmo già avuto il tracollo finanziario.
Circa il fardello della burocrazia del Paese, Renzi chiede di metterla “in lockdown” per qualche settimana e di dare il via a grandi opere come quella di Matera capitale della cultura, sostenendo il presidente dell’Anac Cantone, accusato da molti di bloccare tutto. Anche l’Inps sembra essere alle corde e su Tridico Renzi ha le idee molto chiare, “è incapace e dovrebbe andarsene”; “si è dimostrato non all’altezza”.
Più cautela invece sull’annosa questione dell’abuso d’ufficio, secondo Renzi infatti, andrebbe prima fatta una legge sulle lobby, cosa che oggi non abbiamo. “Se un dirigente firma un atto, perché davanti alla Corte dei Conti deve rispondere il politico?” Nel documento che la ministra Severino presentò alla Camera c’era scritto chiaramente che questa fattispecie ha senso solo di fronte ad una regolamentazione delle lobby.
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