Una bambina di sette anni svedese è arrivata all’ospedale di Livorno con un morso di pipistrello. Le cure necessarie alla bimba sono arrivate da Foggia.
Così l’ospedale di Livorno ha tempestivamente somministrato il vaccino contro la rabbia alla giovane svedese. La prassi però prevede anche la somministrazione di immunoglobuline antirabbiche, che l’ospedale toscano non aveva. I sanitari hanno quindi avviato una rapida ricerca per individuare le strutture in possesso dell’antidoto. Uno solo ne era provvisto: il centro antiveleni del Policlinico Riuniti di Foggia. La richiesta è stata lanciata e immediatamente l’ospedale di Foggia ha provveduto all’invio delle immunoglobuline con trasporto d’emergenza. La bambina ha ricevuto le cure necessarie ed è ora affidata alle attenzioni del centro antiveleni livornese. Tutto quindi è andato per il meglio.
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L’inaspettato avvenimento ha messo in luce la prontezza e la preparazione dell’ospedale di Foggia. “Questo caso evidenzia l’importanza dell’attività svolta dal Centro Antiveleni di Puglia, struttura indispensabile nella gestione e fornitura in urgenza a livello nazionale e regionale degli antidoti di difficile reperimento”. Così ha commentato, non senza un certo orgoglio, il direttore generale del Policlinico Riuniti di Foggia, il dottor Vitangelo Dattoli. E infatti, come ha sottolineato Dottoli, il centro antiveleni foggiano, diretto dalla dottoressa Anna Lepore, è sicuramente un fiore all’occhiello della sanità nazionale.
L’episodio del morso di pipistrello non è stato l’unico caso che ha scatenato timore per un’infezione di rabbia. Solo pochi giorni fa, sempre in Toscana, un gatto domestico normalmente molto mansueto ha morso la padrona. L’animale è successivamente morto.
I veterinari dell’istituto zoomorfo delle Venezie hanno condotto alcuni studi sul corpo dell’animale, che è risultato positivo al Lyssavirus. Il patogeno causa una forma di rabbia diversa da quella più comune, rinvenuta ad esempio in un pipistrello del Caucaso nel 2002. Restano i dubbi su come l’animale domestico sia potuto venire in contatto con un virus così poco diffuso in Italia. In ogni caso è scattata subito la procedura sanitaria d’emergenza, mentre sono stati sequestrati gli altri animali della padrona del gatto. Il Ministero della Salute ha provveduto ad istituire un gruppo di ricerca che indaghi sul questo insolito caso di Lyssavirus. In un periodo come questo, in cui tanto si è sentito parlare di virus che fanno il salto di specie, l’attenzione a questo tema è salita alle stelle.
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